Dichiarazione a sorpresa del presidente del Niger, Mohamed Bazoum: poche ore dopo il "sequestro" subito da militari golpisti, scrive su Twitter annunciando che "il colpo di stato è stato respinto", Ma il capo di Stato maggiore del Niger conferma l'appoggio dell'esercito ai golpisti
Ultim'ora dal Niger
Il capo di Stato maggiore dell'esercito del Niger, il generale Abdou Sidikou Issa, ha confermato l'appoggio dei militari ai golpisti.
Giovedì mattina si era diffusa la dichiarazione a sorpresa del presidente del Niger, Mohamed Bazoum (63 anni): poche ore dopo il "sequestro" subito da militari golpisti, scrive su Twitter annunciando che "il colpo di stato è stato respinto".
Dopo quanto dichiarato dal capo di Stato maggiore, però, c'è da intuire che le trattative per un passaggio di potere "indolore" tra i golpisti e Bazoum siano miseramente fallite.
Quello che era successo
"Rappresentiamo il Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria".
Lo ha detto - leggendo una dichiarazione - alla televisione di Stato del Niger il colonnello-maggiore Amadou Abdramane, il nuovo "uomo forte" a capo dei militari golpisti che hanno messo a segno un colpo di stato, per ora incruento, nel Paese centrafricano.
Si sono autodefiniti "forze di difesa e sicurezza"
Primi provvedimenti: il presidente Mohamed Bazoum "trattenuto" dalle guardie presidenziali, sciolti il governo e il Parlamento, chiusi i confini (cielo e terra), coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino.
Ma le migliaia di manifestanti scesi per le strade della capitale del Niger, Niamey, a sostegno del presidente Bazoum, gridano: "No al colpo di stato!".
Tutto è avvenuto mercoledì, dopo che si sono udito colpi di arma da fuoco nella zona intorno alla residenza presidenziale.
Tutto il mondo chiede la liberazione di Bazoum
L'Onu, l'Unione africana, l'Ue, la Francia, gli Usa, la Russia e anche l'Italia hanno condannato il colpo di stato e chiesto il rilascio immediato del presidente Bazoum e della sua famiglia.
La capitale Niamey sembra, comunque, per il momento, tranquilla.
Anche l'aeroporto, dove l'Italia ha la base della missione bilaterale di supporto, sembra funzionare regolarmente.
La mediazione del Benin
il presidente del Benin, Patrice Talon, è pronto per mediare come rappresentante del blocco economico dell'Africa occidentale (Ecowas).
"Anche quando viene fatto qualcosa che non è accettabile, è necessario provare pacificamente a risolvere quanto accaduto. Questa è la nostra prima opzione. Pensiamo che avrà successo", ha dichiarato il presidente Talon.
Il primo ministro nigerino Ohoumoudou Mahamadou si trova a Roma - dove ha partecipato alla Conferenzainternazionale sulle migrazioni e al summit Onu sulla sicurezza alimentare - e segue gli sviluppi degli in eventi in patria dall'Ambasciata del Niger, insieme all'Ambasciatrice Fatima Cheiffou.
Rischio destabilizzazione della regione
Il presidente Bazoum fa parte di un gruppo sempre più ristretto di leader filo-occidentali ella regione del Sahel.
Arrivato alla guida di una paese povero e devastato dalle violenze, Bazoum è stato eletto democraticamente tre anni fa, nel primo trasferimento di potere pacifico e democratico del Niger dalla sua indipendenza dalla Francia nel 1960.
Le minacce alla sua leadership potrebbero minare gli sforzi dell'Occidente per stabilizzare la regione.
50 anni di colpi di stato
Dopo Mali e Burkina Faso, il Niger è il terzo Paese del Sahel a subire un colpo di stato dal 2020.
La storia del Niger è costellata di colpi di stato: dall'indipendenza di questa ex colonia francese nel 1960, sono stati quattro.
Il primo nell'aprile 1974 contro il presidente Diori Hamani, l'ultimo nel febbraio 2010 ha rovesciato il presidente Mamadou Tandja.
Per non parlare dei numerosi tentativi di golpe.