Naufragi nel Mediterraneo, Ong: "Manca il coordinamento"

Oltre 20mila morti nel Mediterraneo dal 2014
Oltre 20mila morti nel Mediterraneo dal 2014 Diritti d'autore ARTURO RODRIGUEZ/AP
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Di Euronews
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Dal 2014 oltre 20mila persone morte nel tentativo di raggiungere l'Europa

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Un naufragio dietro l'altro in mare. Dal 2014 più di 20mila persone sono morte attraversando il Mediterraneo per raggiungere l'Europa, secondo i dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Esiste quindi un legame tra la politica migratoria europea e i naufragi?

"Quello che vediamo è che spesso, quando le persone arrivano al confine europeo, vengono respinte con violenza dalle unità di polizia degli Stati membri. E credo che questo sia il motivo per cui hanno iniziato a prendere strade più lunghe e pericolose", è il pensiero di Bernd Kasparek, ricercatore presso l'Istituto di Berlino per l'integrazione e la migrazione.

Per garantire il salvataggio dei migranti, il Mediterraneo è suddiviso in zone di ricerca e di salvataggio sotto la responsabilità degli Stati costieri vicini. Ma le Ong denunciano una mancanza di coordinamento.

"Ogni volta che, ad esempio, chiamiamo i centri di coordinamento dei soccorsi a Malta, in Italia o a Tripoli, non ci danno alcuna informazione, né tantomeno sui casi di emergenza aperti; abbiamo anche registrato una chiamata specifica da un centro di coordinamento dei soccorsi in cui uno dei funzionari ci ha detto che non lavoriamo con le Ong”, spiega Felix Weiss, portavoce di Sea-Watch.

Cosa fare, dunque, per evitare altre tragedie?

Secondo Matt Saltmarsh, portavoce dell'Unhcr, "è molto importante che la ricerca e il salvataggio siano rafforzati, che le capacità e le competenze siano rafforzate e che questo sia un processo guidato e sostenuto principalmente dallo Stato".

In un tweet successivo al naufragio del 15 giugno, la Commissione europea ha proposto di creare vie d'accesso legali per i migranti verso l'Europa...

Per l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, bisogna inoltre creare le condizioni per rendere il ritorno a casa un'opzione.

"Nel caso dei rifugiati, la stragrande maggioranza vuole tornare a casa. Quindi è necessario creare stabilità che dia loro questa possibilità", conclude Saltmarsh.

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