Nel Rapporto Immigrazione della Caritas la foto della presenza straniera in Italia

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Di euronews Agenzie:  ansa
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Giunta alla 32. edizione la ricerca fa il punto sul tema tenendo al centro il tema scelto da papa Francesco: "Costruire il futuro coi migranti"

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Presentato a Roma il XXXI Rapporto Immigrazione redatto da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Tema di quest’anno è quello scelto da papa Francesco per la 108esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si è celebrata lo scorso 25 settembre: “Costruire il futuro con i migranti”.  A presentare i dati due dei curatori del Rapporto Immigrazione, Manuela De Marco di Caritas Italiana che ha illustrato i  principali dati del Rapporto e Simone M. Varisco della Fondazione Migrantes che ha fornito spunti di  riflessione su "L’immigrazione fra comunicazione e pastorale".

La pandemia ha aumentato l'esclusione

"L'analisi dei decessi nel primo anno della pandemia mostra un netto svantaggio a carico della popolazione di nazionalità straniera residente in Italia. Durante la crisi sanitaria pandemica centinaia di migliaia di persone, tra cui tanti immigrati, si sono trovate escluse dalle tutele, dai programmi di mitigazione e di prevenzione (ad esempio, tamponi e vaccini), dai ristori e, probabilmente, anche dalle future politiche di rilancio". "Alcuni ambiti di tutela, in particolare quelli relativi alle donne in gravidanza e ai neonati - si legge ancora nel Rapporto - sperimentano poi, indipendentemente dalla pandemia, un grave ritardo nei confronti della popolazione di cittadinanza italiana. Le disuguaglianze nei profili sanitari degli immigrati devono essere considerate degli eventi  "sentinella" rispetto all'efficacia delle politiche di integrazione e segnalano l'urgenza di un miglioramento della capacità di presa in carico dei bisogni di salute dell'intera popolazione".

"Fra i segnali incoraggianti" del post pandemia, "troviamo la ripresa della crescita della popolazione straniera residente in Italia: i dati al 1 gennaio 2022 parlano di 5.193.669 cittadini stranieri regolarmente residenti, cifra che segna una ripresa dallo scorso anno".  "Nel quadro delle prime cinque regioni di residenza - si legge nel Rapporto -, si conferma il primato della Lombardia, seguita da Lazio, Emilia-Romagna e Veneto, mentre la Toscana sopravanza il Piemonte al quinto posto. Il quadro delle nazionalità  rimane sostanzialmente inalterato: fra i residenti prevalgono i cittadini romeni (circa 1.080.000 cittadini, il 20,8% del totale), seguiti, nell'ordine, da cittadini albanesi (8,4%), marocchini (8,3%), cinesi (6,4%) e ucraini (4,6%)".

"Sono aumentati anche i cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno (al 1° gennaio 2022 sono 3.921.125, mentre nel 2021 erano attestati sui 3,3 milioni), così come i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nell'anno: nel corso del 2021 sono stati 275 mila, +159% rispetto al 2020 (105.700); in particolare  si è registrata un'impennata dei motivi di lavoro, certamente come esito della procedura di sanatoria varata dal governo nel 2020". "Anche i provvedimenti di cittadinanza - si legge ancora - hanno segnato una certa crescita: sono stati 118 mila nel 2020, ovvero un +4% dall'anno precedente".

Stranieri principale gruppo di utenti della Caritas

"Le persone di origine straniera che sono transitate nel corso del 2021 nei Centri di Ascolto della Caritas (CdA) sono state 120.536. Sul totale, gli stranieri incidono per il 55% e rispetto allo scorso anno  aumentano di tre punti percentuali sul totale dell'utenza (nel corso del 2020 erano stati pari al 52%) e del +13,3% in termini di valori assoluti. Si conferma dunque, il loro prevalente protagonismo fra le persone che si rivolgono ai CdA".  "Nelle regioni del Nord e del Centro Italia - continua il Rapporto - il volto delle persone prese in carico dalla Caritas coincide per lo più con quello degli stranieri (in queste macro-aree gli immigrati rappresentano rispettivamente il 64,1% e il 56,8%); nel Mezzogiorno, invece, dove si registrano  più alti livelli di povertà e di disoccupazione e, al contempo, un minore peso della componente straniera residente, le storie intercettate sono per lo più di italiani e gli stranieri costituiscono una quota ridotta, pari al 28,5%". "Gli utenti stranieri della Caritas - si spiega anche - appartengono a 189 diverse nazionalità, ma, come per l'anno precedente, il podio spetta a tre nazionalità: Marocco (21.177 persone, pari al 18,1%), Romania (9.450, 7,8%) e Nigeria (8.844, 7,3%). Si conferma una diminuzione degli stranieri provenienti dall'Europa dell'Est, a fronte di un incremento degli africani: il 48,8% delle presenze (sopra il migliaio di unità) proviene dal continente africano, con una forte incidenza delle nazioni maghrebine e nordafricane, che raggiungono da sole il 25,6% delle presenze".

Migranti, crece il loro numero nel mondo

"Il numero di migranti internazionali è stimato in 281 milioni nel 2021 (3,6% della popolazione mondiale), a fronte dei 272 milioni del 2019. Di questi, quasi due terzi sono migranti per lavoro. La principale causa dell'aumento del numero complessivo di persone che si trovano a vivere in un Paese diverso dal proprio  sta nell'acuirsi e nel protrarsi del numero di contesti di crisi registrati a livello mondiale, che hanno fatto superare ad inizio 2022 per la prima volta nella storia la soglia di 100 milioni di migranti forzati (con un notevole incremento rispetto agli 89,3 milioni di fine 2021)". 

"Significativa - aggiunge il Rapporto - anche l'esistenza di circa 345 milioni di persone a grave rischio alimentare, quasi 200 milioni in più rispetto a prima della pandemia. Nell'area del Mediterraneo allargato si registra un incremento della situazione di vulnerabilità della popolazione straniera residente, con pesanti conseguenze sui processi di integrazione dei migranti nei Paesi di destinazione".

Scuola, in calo gli alunni senza cittadinanza italiana

"Una novità dell'anno scolastico 2020/2021 è la diminuzione del numero degli alunni con cittadinanza non italiana: 865.388 in totale, con un calo di oltre 11 mila unità rispetto all'anno precedente (-1,3%). È la prima volta che accade dal 1983/1984, anno scolastico a partire dal quale sono state fatte rilevazioni  statistiche attendibili". "L'incidenza percentuale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale della popolazione scolastica - si legge nel Rapporto - rimane inalterata (10,3%) perché è diminuito il numero totale degli alunni, ovvero sono diminuiti anche gli alunni di cittadinanza italiana.

(...) gli alunni con cittadinanza non italiana continuano a rimanere quelli a più alto rischio di abbandono
XXXI Rapporto Immigrazione, Caritas italiana e Fondazione Migrantes

La Lombardia si  conferma la regione con il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana (220.771), mentre l'Emilia-Romagna quella con l'incidenza percentuale più alta (17,1% sul totale della popolazione scolastica regionale). Si confermano ai primi posti le province di Prato (28,0% del totale), Piacenza (23,8%), Parma (19,7%), Cremona (19,3%), Mantova (19,1%) e Asti (18,8%)". "I dati mettono in evidenza la costante crescita delle nuove generazioni, ovvero degli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia: si tratta del 66,7% degli studenti provenienti da contesti migratori, un punto percentuale in più rispetto al 2019/2020. Sebbene in miglioramento rispetto al passato, il ritardo scolastico è ancora un grande ostacolo per l'integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana nel sistema educativo italiano, tanto più che gli  alunni con cittadinanza non italiana continuano a rimanere quelli a più alto rischio di abbandono".

Carcere, in calo la presenza straniera

"Analizzando i dati della realtà carceraria emerge che l'incidenza della componente straniera è decisamente in controtendenza: a fronte dell'aumento generale del numero dei detenuti (+1,4), infatti, la  presenza straniera, a distanza di un anno, è sostanzialmente diminuita (-1%). Il dato è in linea con il trend dell'ultimo decennio, nel corso del quale le cifre dei detenuti di cittadinanza straniera si sono  notevolmente contratte".  "Dall'Africa - si legge nel dossier - proviene più della metà dei detenuti stranieri (53,3%) e il Marocco è in assoluto la nazione straniera più rappresentata (19,6%). Seguono Romania  (12,1%), Albania (10,8%), Tunisia (10,2%) e Nigeria (7,8%). Nelle sezioni femminili, su un totale di 722 recluse straniere, spiccano soprattutto le detenute provenienti da Romania (24,1%), Nigeria (17,7%) e Marocco (5,8%). Pur se con cifre ogni anno sempre più esigue, si segnala ancora la presenza di madri detenute con figli al seguito, la metà dei quali di cittadinanza straniera". "Le statistiche relative alle tipologie di reato - prosegue il Rapporto - confermano il dato generale che vede i reati contro il patrimonio come la voce con il maggior numero di ristretti (8.510 stranieri imputati o condannati per tale fattispecie di reato, ovvero il 27% dei ristretti per il reato in questione e il 49,9% dei detenuti stranieri). Seguono i reati contro la persona (7.285) e quelli in materia di stupefacenti (5.958)".

(...) le persone migranti finiscono con più facilità nel sistema carcerario e ne escono meno agevolmente degli italiani
XXXI Rapporto Immigrazione, Caritas italiana e Fondazione Migrantes

"I dati - si sottolinea quindi - restituiscono ancora una volta la fotografia di un sistema in cui le persone migranti finiscono con più facilità nel sistema carcerario e ne escono meno agevolmente degli italiani. Se le pene inflitte  denotano una minore pericolosità sociale degli immigrati, gli stessi beneficiano in maniera più blanda delle misure alternative rispetto ai detenuti autoctoni. Agli stranieri, inoltre, viene applicata con maggiore rigore la custodia cautelare in carcere: ben il 32% degli stranieri detenuti è in attesa del primo grado di giudizio. Circostanza, questa, che finisce con il determinare una sovra-rappresentazione della popolazione carceraria straniera".

Quando gli stranieri sono le vittime dei reati

"Le condizioni di marginalità in cui spesso versa la popolazione migrante ne determina una maggiore esposizione al rischio di essere vittima di reato. Il catalogo dei reati di cui gli stranieri sono soggetti passivi è, purtroppo, assai vasto e spazia dai reati più efferati, a cominciare dalla  tratta di esseri umani, alle molteplici ed "ordinarie" forme di vittimizzazione che rimangono spesso sommerse. In cima alla lista dei reati più odiosi vi sono certamente quelli che vedono come vittime i  minori. In tal senso, gli stranieri hanno rappresentato il 4% delle vittime di reati sessuali segnalate e prese in carico per la prima volta nel 2021 dall'Ufficio di servizio sociale per i minorenni. Gli stranieri vittime di altre forme di sfruttamento e maltrattamento sono stati invece il 9% del totale dei minori segnalati e presi in carico nello stesso periodo".

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