Guerra in Ucraina: tra fede e vendetta, la resistenza ucraina

Guerra in Ucraina: tra fede e vendetta, la resistenza ucraina
Diritti d'autore Vadim Ghirda/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Anelise Borges
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Una settimana per recuperare il corpo del padre: ora il figlio vuole combattere, e vendicarsi. Ma c'è chi dice "abbiamo troppo poca fede, altrimenti avremmo già vinto"

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Sono giorni atroci per gli ucraini

La famiglia ha impiegato quasi una settimana per recuperare i resti di Yuriy Shabadash che - all'età di 59 anni - è stato ucciso in combattimento vicino alla città di Irpin. Suo figlio ora vuole vendicarsi. E dice che non ha altra scelta che combattere questa guerra.

"Non l'abbiamo iniziata ma la finiremo. I russi non sanno combattere corpo a corpo. So solo che sono codardi. Sentite? Queste sirene... questo significa che hanno ricominciato a bombardarci".

Questo cimitero municipale di Kiev testimonia l'attuale escalation di una guerra che molti qui considerano iniziata non il mese scorso ma 8 anni fa, quando la Russia ha annesso la Crimea e ha iniziato a sostenere i ribelli a est, in Donbass e Luhansk.  

Da allora, secondo il governo ucraino, sono morte oltre 14.000 persone. Molti di questi morti però erano ucraini malgrado la propaganda russa tenda a minimizzare le cifre.

“Questa non è nemmeno una guerra per la libertà - ci dice Max, un giovane imprenditore - Questa è una guerra per la nostra sopravvivenza. Perché se perdiamo questa guerra, probabilmente saremo tutti uccisi dai russi ché non riconoscono l'indipendenza dell'Ucraina".

Durante la liturgia, la gente giura di resistere e continuare a combattere. 

Nonostante la difficile prova che l'invasione russa di questo Paese rappresenta per i fedeli, qui in questa chiesa: 

"Sento che la mancanza di fede ha a che fare con questo. Se credessimo sul serio, se la nostra fede fosse incrollabile, schiacceremmo la Russia, distruggeremmo la Russia, distruggeremmo il Cremlino. Ma ora stiamo solo resistendo nel nostro territorio perché ci manca la fede. Siamo deboli nella fede", dice Rostyslav Fedorko, responsabile della logistica per il "Battaglione della fratellanza". 

La capitale dell'Ucraina, Kiev, rimane "il principale obiettivo militare della Russia", secondo i funzionari occidentali.

Molti avvertono che Mosca potrebbe tentare di accerchiare la città nelle prossime settimane e nel frattempo ricorrere a tattiche ancora più letali

Gli sforzi diplomatici per porre fine ai combattimenti intanto, hanno fatto solo progressi minimi,

E il bilancio umano della guerra continua a salire.

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