Incendi in Turchia, evacuata la centrale termoelettrica di Milas

L'incendio vicino alla centrale termoelettrica di Kemerkoy, Turchia
L'incendio vicino alla centrale termoelettrica di Kemerkoy, Turchia Diritti d'autore Yasin AKGUL / AFP
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Di Cristiano TassinariAFP
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In una settimana, il sud della Turchia è stato investito da oltre 170 incendi di intensità senza precedenti: 8 vittime, 16 roghi ancora attivi

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Situazione ancora drammatica per gli incendi in Turchia, dopo otto giorni terribili, con oltre 170 roghi in diverse zone del Paese, che hanno provocato 8 morti (7 nella città di Managvat e uno a Marmaris, nota località balneare).

Di questi roghi divampati in oltre una settimana, 16 risultano ancora attivi.

Centrale termoelettrica evacuata

I vigili del fuoco avevano messo sotto controllo gli incendi che ancora circondavano la centrale termolettrica di Milas grazie al bombardamento d'acqua di due Canadair e dagli elicotteri della Protezione Civile.

In serata, poi, a seguito di un rapido peggioramento della situazione e all'approssimarsi delle fiamme si è provveduto all'evacuazione della centrale.

Le autorità locali avevano precedentemente affermato che i serbatoi di idrogeno utilizzati per raffreddare la centrale, che funziona a combustibile e carbone, erano stati svuotati e riempiti d'acqua per precauzione.

Secondo il servizio di monitoraggio satellitare dell'Unione europea, la "potenza" degli incendi in Turchia ha raggiunto un'intensità "mai vista" da quelle parti dal 2003.

A Bodrum, un'altra celebre località balneare, già nello scorso week-end sono state evacuate - soprattutto via mare, per lasciare libere le strade per i mezzi di soccorso - oltre mille persone, tra cui tantissimi turisti.

Emre Tazegul/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Volontari dei vigili del fuoco a Turgut.Emre Tazegul/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

Erdoğan nel mirino

Il governo turco è finito sotto tiro per la cattiva gestione della crisi e la mancanza di "bombardieri" d'acqua in grado di spegnere gli incendi.

L'opposizione ha accusato il presidente Recep Tayyip Erdoğan di essere stato molto lento ad accettare gli aiuti internazionali, arrivati da Russia, Iran, Azerbaigian, Ucraina e dalla stessa Unione europea (con mezzi provenienti dalla Spagna e dalla Croazia).

Il 67enne leader turco ha anche attirato l'ira di molti cittadini sui social media, per aver lanciato bustine di tè ai residenti in cerca di conforto, quando nello scorso fine settimana ha visitato - con una notevole scorta di polizia - la città di Marmaris, colpita pesantemente dagli incendi.

AP/Turkish Presidency
Erdoğan sorvola in aereo le zone di Manavgat colpite dagli incendi, lo scorso 31 luglio.AP/Turkish Presidency

Piromani curdi? No. Colpa del cambiamento climatico

Nei primi giorni degli incendi, i media filogovernativi avevano accusato il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), organizzazione considerata terroristica dalla Turchia, di essere dietro gli incendi.

Ma ora le autorità citano l'ondata di caldo estremo, oltre i 40 gradi, che continua a colpire il sud della Turchia, uno degli effetti del cambiamento climatico, come causa degli incendi che stanno devastando il Paese.

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Un elicottero versa acqua sul fuoco, nella zona di Marmaris.Emre Tazegul/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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