Ora che fa caldo, quanto è sicuro cercare refrigerio nella piscina di quartiere?

Una piscina pubblica lungo il Rodano a Lione, Francia
Una piscina pubblica lungo il Rodano a Lione, Francia Diritti d'autore Laurent Cipriani/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved.
Diritti d'autore Laurent Cipriani/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved.
Di Alice Tidey
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Il cloro o la salinità possono contribuire all'inattivazione virale, come avviene con altri patogeni.

PUBBLICITÀ

Ora che la colonnina di mercurio è tornata a salire in tutta Europa, per chi resta in città le piscine - riaperte - tornano ad essere fondamentale fonte di refrigerio. Ma sono sicure? 

Secondo il Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), al momento non ci sono prove che il virus SARS-Cov-2, che causa la malattia Covid-19, si possa diffondere attraverso l'acqua delle piscine, nelle vasche idromassaggio o nei parchi giochi acquatici.

"Inoltre, il corretto funzionamento di questi luoghi e la disinfezione dell'acqua (con agenti come il cloro o il bromo) dovrebbero contribuire ad inattivare il virus", si legge.

Tante piscine comunitarie hanno riaperto i battenti in diversi paesi dell'Unione Europea, tra cui Francia, Italia, Spagna e Germania.

I nuotatori sono incoraggiati a indossare una mascherina fuori dall'acqua e a pulirsi regolarmente le mani. Dovranno inoltre rispettare le rigide norme di distanziamento sociale.

In Francia, dove in molti stabilimenti si accede solo tramite prenotazione, l'agenzia sanitaria nazionale ha stabilito che la capacità delle piscine coperte non deve superare un nuotatore per metro quadrato d'acqua. "Tuttavia", aggiunge, "è più sicuro il rapporto di due bagnanti ogni tre metri quadrati, oppure **uno ogni due metri quadrati". **All'aperto ci si può spingere ad avere tre bagnanti ogni due metri quadrati d'acqua.

L'effetto diluizione

Per il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) - che ha anche sottolineato come non ci siano dati che dimostrino la sopravvivenza del SARS-Cov-2 in acqua di mare - l'effetto diluizione dovrebbe contribuire a "diminuire la carica virale". Non solo: "la salinità può contribuire all'inattivazione virale, come avviene con virus simili". 

Il virus ha più probabilità di sopravvivere, scrive l'ECDC, nelle acque non trattate di fiumi, laghi e piscine di acqua dolce, poiché hanno meno probabilità di contenere inibitori virali come il cloro o il sale (oppure li hanno, ma in misura minore).

Anche in questo caso, il distanziamento sociale sia in acqua che fuori da essa sembra essere il metodo più efficace per ridurre il rischio di contrarre il Covid-19. 

Nei paesi in cui le piscine di quartiere rimangono chiuse, come nel Regno Unito, le persone si sono affollate sulle rive del mare o nei laghi. 

Le autorità di Bournemouth, una città costiera britannica a circa 160 chilometri a sud-ovest di Londra, a fine giugno hanno comunicato un grave episodio: migliaia di persone ammassatesi sulla spiaggia locale in violazione delle norme sul distanziamento sociale.

Il 5 luglio scorso almeno 29 spiagge di Malaga, nel sud della Spagna, sono state chiuse dalle autorità a causa del sovraffollamento, scrive il quotidiano locale Sur.

La trasmissione del virus è particolarmente efficace nei luoghi affollati, ha sottolineato l'ECDC, aggiungendo che una revisione di oltre 170 studi sul rischio di trasmissione rileva come la distanza di almeno un metro, l'uso di mascherine e di dispositivi di protezione degli occhi sono associate ad un rischio di trasmissione molto più basso.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

In Spagna il Covid-19 ha generato un boom di affitti di piscine private

L'europa nel weekend più caldo della stagione

Berlino, ricco signore affitta corsia della piscina pubblica: lamentele dei residenti