Secondo gli ultimi dati Eurostat, mentre in Europa la crescita economica registra una flessione su base trimestrale, l'Italia resta a crescita zero sia sul trimestre che su base annua
Eurozona in rallentamento
L'economia europea è in fase di rallentamento. Secondo i dati preliminari di Eurostat, il Pil dell'Eurozona è cresciuto dello 0,2% su base trimestrale nel periodo tra aprile e giugno, rispetto allo 0,4% dei tre mesi precedenti. Va peggio nel territorio comunitario complessivo, dove la situazione è dello 0,2% contro lo 0,5%.
In Italia permane la stagnazione: crescita zero, con il Pil che resta fermo sia su base trimestrale che su base annua. Nell'area euro la crescita su base annua è stata invece dell'1,1%, in rallentamento rispetto all'1,2% del periodo gennaio-marzo.
L'indebolimento della domanda e l'incertezza sulle prospettive hanno frenato l'attività economica. In miglioramento invece la situazione occupazionale: il tasso di disoccupazione dell'eurozona è sceso ulteriormente fino a toccare il 7,5%, al minimo storico dal luglio2008.
Ma la disoccupazione giovanile resta comunque preoccupante. "La disoccupazione giovanile - ha dichiarato il portavoce della Commissione Christian Spahr - è al centro della nostra agenda con quasi un giovane su sette del mercato del lavoro che cerca lavoro, ma non riesce a trovarlo La creazione di posti di lavoro è estremamente importante per i giovani".
Inflazione fuori obiettivo
Il miglioramento generale della situazione occuopazionale non ha comunque impedito un rallentamento nella crescita dei prezzi al consumo. L'inflazione su base annua in luglio è stata dell'1,1%, in calo rispetto all'1,3% di giugno e ben lontana dall'obiettivo della BCE, che richiede un tasso appena inferiore al 2 per cento.
Un dato, questo, che non fa che rafforzare le aspettative verso la Banca Centrale Europea, dopo che il presidente Mario Draghi ha detto la scorsa settimana che le prospettive economiche stanno peggiorando. Entro settembre la BCE dovrebbe presentare un pacchetto di incentivi, tra cui tagli dei tassi ed eventualmente ulteriori acquisti di obbligazioni della zona euro.