Brexit, retroscena - May pensa all'ultimatum: proroga o voto per l'accordo?

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Diritti d'autore REUTERS/Simon Dawson
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Di Rachael Kennedy
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La May starebbe pensando di tirarla per le lunghe per andare in Parlamento a fine marzo e dire: bene, o si resta ancora un po' nella UE (estensione articolo 50) o accettate il mio accordo. La conversazione che svela il retroscena carpita in un bar di Bruxelles dall'inviato di Itv News.

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Il capo dei negoziatori britannici per la Brexit, Olly Robbins, avrebbe fatto capire che il piano May è quello di prendere tempo salvo poi, a fine marzo, presentare un ultimatum ai colleghi deputati: accettare l'accordo da lei raggiunto con la UE oppure rimanere a tempo indefinito nella UE, estendendo temporaneamente l'articolo 50. 

I commenti di Robbins sono stati carpiti dal corrispondente di ITV, Angus Walker, che ha origliato una conversazione del politico inglese in un bar di Bruxelles. 

"Farà credere ai [parlamentari] che la settimana prima della fine di marzo... sarà possibile un'estensione ma se non votano per l'accordo, allora questa estensione potrebbe anche essere lunga", le parole di Robbins secondo il reporter. 

Walker avrebbe anche sentito definire il backstop al confine tra le due Irlande un "ponte" verso più ampie relazioni commerciali tra Regno Unito e UE. Questo ponte alla fine si sarebbe trasformato in una "rete di sicurezza".

"Il grande scontro è da sempre in merito a questa rete di sicurezza", ha dichiarato Robbins. "Abbiamo concordato un ponte, ma ne è venuta fuori una rete di sicurezza".

Molti politici hanno sminuito le parole di Robbins. Soprattutto nella parte in cui la May starebbe prendendo tempo prima di mettere sul tavolo le due opzioni alternative al classico dilemma deal o no deal.

"Ci siamo impegnati a lasciare la UE il 29 marzo.... qualsiasi proroga non è una decisione unilaterale", ha smentito il segretario per la Brexit, Steve Barclay, al programma BBC Today mercoledì mattina.

Allo stesso modo, l'ex ministro per la Brexit Steve Baker ha affermato: "I funzionari consigliano. I ministri decidono. Ciò che conta, in ultima analisi, è la politica del primo ministro e del gabinettp. Se il primo ministro decide che ce ne andiamo il 29 marzo, deal o no deal, è questo che accadrà".

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