L'Università dell'Europa Centrale non ha ottenuto il riconoscimento del governo e si prepara a trasferirsi in Austria
L'Università dell'Europa Centrale, l'isitituto finanziato da George Soros, si appresta a lasciare l'Ungheria e trasferire le proprie attività in Austria, in risposta all'ondata di ostilità scatenatagli contro da Viktor Orban. Il primo ministro ungherese, che attribuisce al miliardario Soros il piano di una "invasione islamica" dell'Ungheria e dell'Europa, nel 2017 ha varato una riforma dell'istruzione che rende difficili le attività degli atenei stranieri, imponendo l'obbigo di svolgere corsi anche nel paese d'origine, in questo caso gli Stati Uniti.
"Purtroppo il governo pare abbia deciso di non firmare un accordo già negoziato con lo Stato di New York che garantisce la nostra esistenza. Se non lo farà l'ateneo potrà perdere la licenza operativa già dal prossimo 1. gennaio, per cui dovremo trasferirci. Sarebbe la prima volta che accade che una università che funzioni legalmente è costretta a lasciare un paese membro dell'Unione europea", spiega Eva Fodor, docente.
Orban, che nel 1989 studiò un anno a Cambridge proprio grazie a una borsa della Open Society, è entrato in rotta di collisione con Soros dopo l'esplosione della crisi migratoria, quando il miliardario cominciò a finanziare associazioni impegnate nell'accoglienza e il primo ministro a costruire muri di filo spinato ai propri confini per ptoteggersi dai profughi.
A sostegno dell'Università dell'Europa Centrale sono scesi in strada a Budapest migliaia di ungheresi, per una manifestazione di dissenso da Orban, l'ennesima nell'ultimo anno.