Grecia, a Mati cenere e desolazione ma anche tanto volontariato

Grecia, a Mati cenere e desolazione ma anche tanto volontariato
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Di Simona Zecchi
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In mezzo al grigio della cenere spuntano però i segni lasciati sui muri delle case dalle squadre di volontari della regione per distinguerle dagli interventi a cui possono essere sottoposte: gialli se riparabili, rossi se abitabili

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Ormai per tutti Mati è la 'città della cenere'. Un posto popolato ora da asfalto, metallo liquefatto insieme a vetri frantumati e sciolti dalle maestose fiamme che hanno divorato tutto intorno. Dietro a ogni abitazione distrutta si annidano storie di vite spezzate.

Un residente della cittadina è testimone in particolare di due di esse:

"In questa casa dietro le mie spalle viveva una coppia di anziani. Non hanno avuto il tempo di scappare, anche perché il marito aveva problemi di mobilità soffriva di sclerosi multipla. Non si poteva spostare così sua moglie è rimasta con lui, e per quanto ne so sono stati trovati l'uno nelle braccia dell'altra"

Mentre i soccorritori e i volontari sperano di poter trovare ancora dei sopravvissuti, ogni giorno la speranza non fa che assottigliarsi.

"Si teme che il numero delle vittime cresca ancora - afferma il nostro corrispondente da Mati , Michalis Arampatzoglou - mentre le operazioni di ricerca dei dispersi proseguono. Questo che vedete alle mie spalle è un campeggio. Proprio qui sono stati ritrovati 3 corpi senza vita."

In mezzo al grigio della cenere, spuntano però i segni lasciati sui muri delle case dalle squadre di volontari della regione Attica per distinguerle dagli interventi a cui possono essere sottoposte: gialli se riparabili, rossi se abitabili

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