Il premier uscente in testa a tutti i sondaggi
Viktor Orban finisce la campagna elettorale come l'aveva cominciata: con un gesto teatrale. Il leader magiaro in testa alle intenzioni di voto in vista delle consultazioni di domenica. Strenuo militante anticomunista da giovane, conservatore e filorusso in età avanzata rispolvera la retorica che quasi tre decadi fa celebrò la liberazione del suo paese dall'abbraccio soffocante dell'allora Unione Sovietica. Orban pare disporre di un 43% di consensi che gli darebbero una solida maggioranza parlamentare, ma è troppo espperto per sedersi sugli allori.
Così davanti ai militanti: "28 anni fa il nostro paese ha corso un rischio. Oggi i partiti dell'opposizione, sostenuti da governi stranieri, vogliono controllare il nostro paese. I deputati dell'opposizione sono al servizio di interessi stranieri. Per prendere il potere e distruggere i nostri confini, trasformando l'Ungheria in un paese dove i migranti sono la maggioraza e sono al soldo di interessi stranieri".
Una vecchia tattica in cui Orban si è dimostrato assai capace. Con una sapiente presenza sui social, alternando minacce e promesse per essere incoronato premier per la terza volta, forse per questo come afferma il nostro corrispondente, "ha chiuso la campagna nella città che ha incoronato il primo sovrano ungherese. Tenendo un discorso contro Soros e l'arrivo dei migranti".