Tagliare sì ma dove? Il dilemma del bilancio europeo divide i 27

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Di Euronews
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Si è concluso venerdi il vertice europeo in cui i capi di Stato e di governo hanno affrontato il problema della distribuzione delle risorse finanziare dopo il 2020

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Definisce come "pure illusioni" le speranze della Gran Bretagna sul tipo di relazione da stabilire con l'Unione europea dopo la Brexit. Le parole di Tusk al termine del vertice europeo mostrano sul punto l'unità dei 27 che venerdì a Bruxelles hanno discusso del futuro e della direzione che il blocco comunitario dovrà prendere dopo la partenza del Regno unito.

"Naturalmente sono lieto che il governo britannico si stia muovendo verso una posizione più definita", ha affermato il Presidente del Consiglio. "Tuttavia, se i resoconti dei media sono corretti, temo che la posizione del Regno Unito oggi sia basata sulla pura illusione. Non ce nessuna possibilità di scegliere il mercato unito à la carte".

Un'unità pero che si scontra con le divergenze che i 27 hanno espresso su un tema caldo ovvero il bilancio europeo che dopo il 2020, come conseguenza della Brexit, potrebbe subire tagli e farne le spese potrebbero essere gli agricoltori. Una eventualità scongiurabile aumentando invece i contributi nazionali.

"Se non riduciamo il costo dei fondi di coesione e delle politiche agricole, che insieme rappresentano il 70% del bilancio europeo, allora dovremo ridurre le altre politiche del 45%", ha spiegato il Presidente dell'esecutivo UE Jean-Claude Juncker.

I leader europei hanno anche respinto la proposta dell'emiciclo di nominare il futuro presidente della Commissione europea nel 2019 attraverso la procedura che prevede una serie di "capi lista".

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