Esulta l'estrema destra tedesca: prima volta nel Bundestag con quasi 100 eletti

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Alternative fur deutchland diventa la terza forza politica in Germania. Soddisfazione dai partiti nazionalisti di tutta Europa

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Per la prima volta dal dopoguerra un partito di estrema destra entra nel parlamento tedesco, e con un manipolo notevole di eletti. Ben 98 secondo le ultime proiezioni ZdF delle 22.

Ma l’euforia a Berlino scatta già con i primi exit pool: nella sede di Alternative fur deutchland è subito festa grande. I leader annunciano opposizione dura al governo che verrà, capeggiato dalla Cdu di Angela Merkel, per la quarta volta cancelliera.

Così Alice Weidel, capolista assieme a Alexandr Gauland: “La prima cosa che faremo in Parlamento è avviare un’inchiesta su Angela Merkel”. Le fa eco il compagno di partito 76enne: “Siamo probabilmente la terza forza del parlamento, il prossimo Governo deve essere preparato: gli staremo alle costole, staremo alle costole di Angela Merkel e degli altri, non faremo sconti”.

E mentre nel quartier generale del partito di destra radicale anti-immigrati si festeggia cantando l’inno tedesco, al di fuori un migliaio di persone, in maggioranza giovani, protestano al grido di “Fuori i nazisti dalla Germania”. La concentrazione dei manifestanti davanti al club Traffic, nei pressi della centrale Alexanderplatz. Nutrito il dispositivo di sicurezza con polizia in assetto anti-sommossa.

La manifestazione anti-AfD a Berlino fotografata da Reuters</a> <br>LIVEBLOG: <a href="https://t.co/RTdtPsrPik">https://t.co/RTdtPsrPik</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/ElezioniGermania?src=hash">#ElezioniGermania</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/elezionitedesche?src=hash">#elezionitedesche</a> <a href="https://t.co/XcBefZp5ai">pic.twitter.com/XcBefZp5ai</a></p>— euronews Italiano (euronewsit) 24 septembre 2017

“Nessun diritto per la propaganda nazista”, “nazionalismo fuori dalle menti” e “rifugiati benvenuti” alcuni degli slogan urlati dai contestatori. I media locali riportano simili proteste anche in altre città come Colonia, Amburgo, Francoforte, ma senza che finora si siano registrati incidenti.

Preoccupazione per l’exploit dell’AfD è stata espressa intanto dalla European Jewish Congress.
“Ci affidiamo ai partiti di centro nel Bundestag affinchè si assicurino che l’AfD non sia rappresentata nella prossima coalizione di governo. Alcune posizioni espresse durante la campagna elettorale manifestano allarmanti livelli di intolleranza mai visti in Germania per molti decenni e che destano, ovviamente, molta preoccupazione nella comunità ebraica del Paese e in Europa”.

Le associazioni di industriali tedeschi hanno chiesto che i partiti maggiori inizino le negoziazioni per formare velocemente un governo stabile ed evitare possibili ripercussioni al mondo degli affari. “Le nostre aziende hanno bisogno di segnali chiari. Ora bisogna evitare danni alla Germania come paese in cui fare impresa”, ha dichiarato Dieter Kempf, presidente dell’associazione industriali BDI. “Durante la campagna elettorale i politici hanno dibattuto di più sul passato del Paese che sul suo futuro. La ritirata verso posizioni nazionalistiche non è un’alternativa. Abbiamo bisogno di investimenti massivi alle strade, all’infrastruttura digitale non adeguata e nel settore dell’educazione”.

Chi ha votato per l’AfD
L’AfD ha sottratto progressivamente elettori a tutti gli altri partiti ad eccezione dei Verdi. La base elettorale si ritrova nelle classi sociali con reddito più basso, ma non solo. Un tratto appare peculiare: appena il 15% dei votanti AfD sono donne. Il partito, fondato appena 5 mesi prima delle elezioni del 2013, finora è riuscito a penetrare in ogni parlamento federale nelle elezioni locali. Nel 2016 è stato l’unico partito di spicco del panorama tedesco ad esultare per la Brexit e a congratularsi con Donald Trump per la sua elezione a Presidente degli Stati Uniti d’America.

C‘è un dato che torna in mente di fronte alle urne tedesche, anche se col voto sembra avere poco a che fare: solo il 6,2% della Germania è asfaltato e cementificato. A tirarlo fuori, qualche tempo fa, è stato un reporter, che ha affrontato un viaggio nella Germania interna, per capire il Paese. E in un contesto rurale, fuori portata, Henning Sussebach ha incontrato tanti elettori dell’AfD. Stando alle prime analisi delle elezioni, che hanno visto un aumento dell’affluenza complessiva al 77% (dal 71% della volta scorsa) per Alternative fuer Deutschland ha votato innanzitutto chi generalmente non vota: 1,2 milioni di persone sono state mobilitate dalla campagna di Alexander Gauland e Alice Weidel. E il tema principale per cui il partito è stato scelto è la politica sui migranti e i profughi e le paure legate alla sicurezza interna. La seconda grossa fetta è arrivata dall’Unione, 1,05 milioni di tedeschi, che nel 2013 avevano votato per la Cdu hanno cambiato partito. Meno voti sono arrivati invece dall’SPD (470 mila), dalla Linke (400 mila) e dai liberali (40.000). C‘è poi una componente geografica del voto: secondo l’istituto Infratest Dimap per Afd nei nove Laender dell’est della Germania, un tempo divisa dal muro, il partito ha ottenuto il 21,5% dei voti, con una percentuale ben al di sopra della media federale. Per i sondaggi demoscopici della ZDF questa percentuale sale a 22,8. E il partito sarebbe stato scelto per lo più da uomini, un tempo ‘Ossi’, tedeschi dell’Est. Il fenomeno non sorprende, è dell’est anche il movimento di Pegida, che negli anni scorsi ha sfilato nelle città orientali ogni lunedì contro l’islamizzazione del paese.

Intanto al risultato elettorale della AfD plaudono anche gli altri partiti nazionalisti d’Europa . Per il Bundestag, da oggi, si apre una nuova era.

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