Medicina tradizionale in Bolivia: primo intervento dopo le inondazioni

Medicina tradizionale in Bolivia: primo intervento dopo le inondazioni
Di Monica Pinna
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Oltre 20 comunità vengono sitematicamente inondate nel bacino amazzonico boliviano

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Come preparare le comunità rurali più isolate e vulnerabili a eventi naturali sempre più violenti? In Bolivia per far fronte alle inondazioni si recupera la medicina tradizionale

Sono una quarantina i disastri provocati dalle inondazioni in Bolivia nell’ultimo secolo. Le catastrofi naturali stanno diventando sempre più violente e frequenti. Le inondazioni hanno causato almeno 140 mila morti e colpito tre milioni di persone.

Nel bacino amazzonico boliviano una ventina di comunità vengono sitematicamente inondate. E’ il caso di Capaina, sul fiume Beni. Qui vivono 25 famiglie di etnia Tacana. Eventi naturali estremi possono isolare comunità come questa anche per mesi. Nel 2014 Capaina è stata tagliata fuori dal resto del Paese per giorni in seguito alle peggiori inondazioni degli ultimi sessant’anni. Villaggi interi sono stati dannegiati. La medicina tradizionale in questi casi si è rivelata il mezzo di primo intervento più efficace. Doña Juanita e Doña Antonia sono medici tradizionali, sanno come usare le piante per aiutare la gente:

“Quando si verificano disastri, a causa del fiume o del vento, non ci sono soldi per andare in ospedale, queste medicine risultano essere molto utili, proprio quando tutto il resto non funziona” – racconta Juana Fañio, curandera proveniente dalle montagne di Palos Blancos, circa 200 chilemetri a sud di Rurrenabaque.

“Ho conosciuto le piante quando ero piccola -racconta Donña Juanita, come la chiamano tutti. Uscivo con mia nonna nel bosco, la seguivo e vedevo quali cortecce prendeva da far bollire. Questa corteccia che sto prendendo si chiama ‘ajo ajo’, è molto buona contro i dolori specialmente quelli che non vogliono passare”.

Decifrare pratiche antiche con tecniche moderne

Doña Juanita e Doña Antonia lavorano con la ONG Soluciones Prácticas. Provengono da altri due villaggi e sono venute a Capiana per condividere conoscenze e informazioni. L’ONG, finanziata dall’Ufficio europeo per gli Aiuti Umanitari, sta decifrando pratiche antichissime con tecniche moderne, come ci spiega il responsabile locale Voctor Yapu:

“La medicina tradizionale si pratica da secoli in modo empirico. Vogliamo darle una base scientifica e un appoggio legale. Per questo abbiamo condotto uno studio, un inventario delle piante medicinali. Ne abbiamo identificato oltre cento, ma ce ne sono molte altre e continueremo a studiarle”.

Questo inventario è un’utile base scientifica per il riconoscimento di queste esperte. Il loro ruolo è già riconosciuto da una legge nazionale, ma l’ONG ne sta attivamente proteggendo e diffondendo le conoscenze. Questo scambio tra Doña Juanita, Doña Antonia e la curandera locale di Capaina Doña Dilma, diventerà una pratica abituale in questa seconda fase del progetto.

And Therry #havingfun while #learningpic.twitter.com/Lhpsksj4JD

— Monica Cuba Iriarte (@MonicaCubaI) 18 juin 2017

Scambio di conoscenze per diffondere la medicina tradizionale
Queste guaritrici hanno già cominciato a scambiarsi piante e radici che metterano nei loro giardini. Lo scambio avviene anche per ricette e trattamenti.

Il sostegno della medicina locale è parte di un progetto più ampio finanziato dalla Commissione europea per preparare i 36 gruppi etnici boliviani contro le inondazioni. Parliamo di tre milioni di persone.

“Ci sono comunità indigene autoctone e altre che sono venute dall’altopiano, da altre zone del paese – spiega pablo Torrealba, dell’Ufficio europeo per gli Aiuti Umanitari. E’ importante che anche i nuovi arrivati possoano acecdere a questo tipo di conoscenza”.

Però perché incentivare queste conoscenze? Sono minacciate?

“Con la deforestazione, le piante medicinali si trovano sempre più lontano -continua Pablo Torrealba – per questo il progetto ha favorito la pratica della selezione di piante medicinali per ripiantarle poi nei giardini domestici. In questo modo, in caso di emergenza, non è necessario andare in zone remote del bosco per reperire le piante”.

“Uno degli obiettivi di questo progetto è condividere le conoscenze delle curanderas con le nuove generazioni ma anche portare al di fuori della foresta le lor pratiche. Un esempio è la fiera di Rurrenabaque” -Monica Pinna, Euronews.

#filming in #rurrenabaque#bolivia. traditional #medicine's role facing #floods. A travel through time in remote #Bolivia in July #aidzonepic.twitter.com/2YQmPIUEP1

— Monica Pinna (@_MonicaPinna) 19 juin 2017

Dalla giungla ai centri urbani
Rurrenabaque è ad appena 20 minuti in piroga da Capaina. Doña Juanita e Doña Antonia hanno raggiunto la cittadina insieme per partecipare alla fiera settimanale. Doña Antonia ha il suo banchetto qui da una decina d’anni.

“Vendo un po’ di tutto. Porto quello che mi chiedono” – ci racconta.

Aid Zone 4 BoliviaSecondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la medicina tradizionale è spesso sottostimata. Integrarla nei sistemi sanitari nazionali attraverso politiche che ne garantiscano l’efficacia contribuirebbe ad allargare la copertura sanitaria mondiale.

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