Battaglia legale sulla Brexit

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Mentre l'Alta Corte di Londra si prepara ad esaminare il ricorso presentato dal alcuni cittadini, è scontro tra governo e parlamento sull'avvio dei nogoziati per l'uscita dall'Ue.

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Le discussioni sulla Brexit impongono il confronto tra Downing Street e Westminster. La questione dibattuta in queste ore è la seguente: può Il Primo ministro Theresa May negoziare i termini dell’uscita del Regno Unito dall’Ue senza il voto del parlamento?

Secondo Gina Miller, ci sono dei buoni motivi per dire che la risposta è no. La donna, imprenditrice e avvocato ha deciso di portare la questione direttamente in tribunale:

“Il nostro Parlamento è sovrano”, ha detto la Miller , “La May ha promesso che ci saremmo ripresi la sovranità, ma é il Parlamento che la rappresenta ed è solo il Parlamento che può dare e togliere i diritti. Quindi con l’attivazione dell’articolo 50 i diritti delle persone verranno inevitabilmente ridotti”.

Ma Theresa May assicura di avere il diritto di invocare l’articolo 50, grazie alla Prerogativa Reale, cioè la facoltà di governare per conto della regina. Un potere che consente all’esecutivo di firmare trattati e addirittura di dichiarare guerra. Lo scorso lunedì durante una visita in Danimarca la May l’ha ribadito:

“Come ho spiegato la scorsa settimana, attiveremo formalmente le procedure per l’uscita alla fine di marzo del prossimo anno. E mi auguro che sia una partenza indolore e senza disordini”

Ma la pressione politica affinchè il parlamento possa esprimere la propria opinione in merito, soprattutto sulle modalità della Brexit, prima che l’articolo 50 venga invocato, sta aumentando. Come dimostrato dalle parole di Keir Starmer, il ministro ombra per la Brexit :

“Sono stato qui e ho capito e accettato che c‘è un mandato per l’uscita. Ma non abbiamo visto quello sui termini. Non è mai stato sottoposto al paese e neanche all’attenzione di questa camera”.

Lo scorso mercoledì il governo ha fatto una concessione ai parlamentari che hanno chiesto di esaminare la strategia sull’uscita dall’Ue, ma a due condizioni. David Davis il ministro per la Brexit, ha infatti spiegato che se da un lato viene accolta la richiesta del Parlamento, dall’altro questa non deve ostacolare le trattative o fermare l’uscita.

Secondo Andrew Blick, costituzionalista del Kings College, saranno i tribunali che decideranno se il governo possiede o meno quel potere e se può agire in modo indipendente per portare il paese fuori dall’Unione Europea.

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