La Russia ritira da oggi la maggior parte delle sue truppe dalla Siria

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Di Andrea Neri
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La Russia ritira da oggi la maggior parte delle proprie forze armate dalla Siria. Una notizia che viene giustificata da Mosca con la volontà di

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La Russia ritira da oggi la maggior parte delle proprie forze armate dalla Siria. Una notizia che viene giustificata da Mosca con la volontà di facilitare il dialogo per la pace nei nuovi colloqui di Ginevra. Il Cremlino parla di una decisione presa in completo accordo con Damasco. Decisione che pone fine, in maniera del tutto inattesa, ad un intervento cominciato il 30 settembre scorso.

“Grazie alla partecipazione delle forze russe, l’esercito siriano e i gruppi combattenti di patrioti della Siria hanno ottenuto vittorie cruciali nella lotta contro il terrorismo internazionale” ha detto il Capo dello Stato russo Vladimir Putin.

Dopo l’annuncio del Cremlino, ieri in serata il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha parlato telefonicamente con Vladimir Putin. La Casa Bianca ha sottolineato l’aspetto propositivo della discussione, concentrata sui prossimi passi necessari per la fine delle ostilità.

“Quando si vede il ritiro di forze armata significa comunque che la guerra fa un passo indietro e non può essere che un bene. Si é potuto arrivare a questo risultato grazie alla buona collaborazione tra gli Stati Uniti e la Russia” ha detto Ismael Abraão Gaspar Martins, Presidente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Una vera e propria acrobazia della comunicazione diplomatica in riferimento a due Paesi le cui relazioni non sono mai state così tese dagli anni della Guerra Fredda e che proprio sullo scacchiere siriano sono in totale contrapposizione.

A 5 anni dall’inizio delle prime proteste ad Aleppo e Damasco, dopo circa 260.000 vittime causate dal conflitto, con il favore del cessate il fuoco in vigore da due settimane i siriani tornano intanto in strada a manifestare. Per non dimenticare l’origine di un lustro di caos e morte: la richiesta di seppellire il regime di Bashar Al-Assad, riportato a camminare sulle proprie gambe grazie in primis all’intervento militare di Mosca.

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