Migranti: situazione insostenibile, Grecia al collasso

Col passare dei giorni, si fa sempre più complicata ed ingestibile la crisi dei migranti: a lanciare l’allarme è l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. La Grecia non ce la fa più ad accogliere le persone che, nonostante le restrizioni alle frontiere, continuano ad arrivare sulle proprie coste. Idomeni, paesino di appena 154 abitanti al confine con la Macedonia, è il simbolo di tale catastrofica situazione, a causa degli oltre 7000 rifugiati bloccati lì, in attesa di attraversare la frontiera, quasi il quadruplo rispetto all’effettiva capienza dei campi d’accoglienza. “Dobbiamo stare in fila per l’acqua anche cinque ore – dice Ibrahim, siriano – per tutti c‘è un unico punto dove ricevere acqua e cibo”. (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = “//connect.facebook.net/it_IT/sdk.js#xfbml=1&version=v2.3”; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, ‘script’, ‘facebook-jssdk’));"If I get to see my son again, I will finally feel better." Ahmad, whose son is in Germany, never imagined he would…Pubblicato da UNHCR su Mercoledì 2 marzo 2016 Il governo ellenico, d’altra parte, assicura di fare il possibile e l’esercito lavora duramente sin dalle prime luci dell’alba per distribuire generi di prima necessità a migliaia e migliaia di persone al giorno. Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, Atene prevede di dover accogliere tra i 50000 ed i 70000 rifugiati entro marzo, non essendo però in grado di fronteggiare l’emergenza. Ad inizio settimana, l’apertura della frontiera per circa 300 iracheni e siriani ha tuttavia scatenato l’ira di chi è rimasto: centinaia di migranti, tra i quali anche donne e bambini, che hanno cercato di oltrepassare con la forza il blocco di filo spinato. Il piano presentato dal Governo all’UE stima che la spesa per l’assistenza finanziaria necessaria si aggiri intorno a € 480.000.000. “Ho oltre 7000 persone davanti a me, devo aspettare che tutta questa gente passi e poi sarà il mio turno: non è possibile, è davvero brutta la vita”. L’agognato passaggio si spalanca per i rifugiati una volta al giorno, massimo due, talvolta mai, per consentire l’accesso in Macedonia ad un numero di persone che va dalle 50 alle 300: troppo poco per chi, come loro, resta aggrappato alla speranza di un futuro che passa solo attraverso il superamento della frontiera.