Ecco che cosa pensano i richiedenti asilo della nuove norme approvate in Danimarca

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Di Lilia Rotoloni
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I diretti interessati hanno seguito con grande attenzione l’approvazione della nuova normativa. Fatti due conti sanno già come si tradurrà nella vita

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I diretti interessati hanno seguito con grande attenzione l’approvazione della nuova normativa. Fatti due conti sanno già come si tradurrà nella vita di ciascuno di loro.

Fahd, ad esempio, è un rifugiato siriano, vive nel centro di accoglienza di Hellerup, a nord di Copenhagen. Dovrà aspettare almeno altri due anni anni prima di riabbracciare i figli:

Come si può vivere senza i propri figli per tre anni? Parliamo al telefono ogni sera. Piangono e mi chiedono perché li ho lasciati là.

Sharafuddin viene dall’Afghanistan. Lui fa un discorso più generale. È un rifugiato di guerra pensa di avere diritto alla protezione, ma si sente rifiutato:

Sono teso e stressato e molto preoccupato. Perché non si sa mai quello che può succedere. Già ci vuole così tanto prima che il caso di ciascuno venga preso in esame. E non si sa mai se verrà approvato oppure no. Se rendono le regole ancora più difficili, la preoccupazione e lo stress fra di noi aumenteranno ancora di più.

La Danimarca ha ricevuto circa 21mila richieste di asilo nel 2015. Siamo molto lontani dai numeri della Germania, che ha superato le 350mila richieste.

L’Italia ne ha avute poco più di 80mila.

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