Potenziare il Quantitative Easing? Tutti appesi alla riunione della BCE

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Cosa attendersi dalla riunione del direttivo del 3 dicembre? E quali le possibili conseguenze? Le risposte in questa puntata

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In primo piano questa settimana la riunione del direttivo della Banca Centrale Europea, che si terrà il 3 dicembre: una riunione cruciale, da cui ci si attende un pronunciamento di Francoforte in merito alle sue strategie di politica monetaria.

Avanti con il Quantitative Easing? Interrogativi e incertezze che alimentano l’instabilità

Un ventaglio di opportunità che alimenta le speculazioni. Una riunione della Fed alle porte, che complica le decisioni e un interrogativo che tiene banco fra gli addetti ai lavori: il direttivo della BCE opterà giovedì per un potenziamento del quantitative easing? E se sì, come?

A complicare ulteriormente le previsioni una spada di Damocle che pesa sul capo di Mario Draghi: decisivo nella scelta della Banca Centrale Europea, ha fatto sapere il suo presidente, sarà lo sviluppo della boccheggiante inflazione dell’eurozona.

Lo stesso Draghi ha ammesso che il raggiungimento del 2%, più volte indicato come obiettivo da Francoforte, richiederà tempi più lunghi del previsto.

In attesa dei nuovi dati – che dovrebbero essere pubblicati sempre nella giornata di giovedì – nel mese di novembre l’euro ha pagato con il suo pronunciato scivolone sui mercati valutari le tante incertezze che si profilano all’orizzonte.

Per il mese di ottobre Eurostat aveva rilevato nell’area euro un’inflazione allo 0,1%: ripresa timida, ma già incoraggiante, rispetto ai valori negativi del mese precedente.

Le ipotesi allo studio della BCE: parola all’esperto

Per parlare dei possibili risultati dell’incontro della Banca Centrale Europea è come sempre con noi da Abu Dhabi, Nour Eldeen Al-Hammoury di ADS Securities.

Nour Eldeen Al-Hammoury, ADS Securities
”Gli scenari che si prospettano sono molto diversi. In primo luogo la BCE potrebbe tagliare il tasso di deposito di altri dieci punti base, portandolo al -0,3%. La seconda ipotesi è che Francoforte potenzi il Quantitative Easing, incrementando l’acquisto mensile di titoli di stato, dai 60 miliardi di oggi, fino a 70 o forse anche 80 miliardi di euro. Sempre rispetto al programma di Quantitative Easing in corso, un’ulteriore ipotesi è che lo si proroghi al di là dell’attuale scadenza del settembre 2016, fino al dicembre dello stesso anno o addirittura al marzo del 2017. Ultima ipotesi è infine che la Banca Centrale mantenga invariata la sua politica monetaria, in attesa della riunione che la FED terrà a metà dicembre. Francoforte potrebbe cioè preferire un atteggiamento attendista e agire poi in funzione delle decisioni della Federal Reserve: se quest’ultima decidesse di alzare i tassi di interesse, la pressione sulla BCE infatti si allenterebbe, mentre resterebbe forte quella sull’Euro, che è esattamente ciò di cui ha bisogno la Banca Centrale Europea”.

“La riunione della Fed alle porte alimenta l’instabilità. Possibile anche una strategia attendista”

Daleen Hassan , euronews
“Quale ritiene che sia lo scenario più probabile? E quale il suo possibile impatto sull’Euro?”

Nour Eldeen Al-Hammoury
”Tagliare il tasso di deposito accrescerebbe ovviamente la pressione sull’euro. Questo non significherebbe però necessariamente un suo ritorno alla parità sul dollaro in tempi brevi. Qualora invece la BCE incrementasse il programma di Quantitative Easing, è probabile che la parità si raggiunga anche solo nell’arco di pochi giorni. Prorogare la scadenza del programma potrebbe invece non produrre un impatto altrettanto negativo sulla moneta unica, perché la BCE non sarebbe portata a ulteriori iniezioni di liquidità nell’immediato. E in questo caso, l’Euro potrebbe quindi ritrovare una certa stabilità. Resta infine l’ipotesi che Francoforte lasci invariata la sua politica monetaria: una strategia attendista potrebbe rivelarsi positiva per l’euro e portarlo a ritrovare un po’ di stabilità, in attesa del pronunciamento della Fed”.

“Scommettiamo su una proroga del programma di Quantitative Easing

euronews
“Nel quadro attuale qual è la scelta più probabile da parte della BCE?”

Nour Eldeen Al-Hammoury
”È difficile prevedere le mosse della Banca Centrale Europea, quando neanche due settimane dopo si riunisce la Federal Reserve. Guardando ai precedenti possiamo però notare che la BCE non ha mai allentato la sua politica monetaria in presenza di un miglioramento dell’indice dell’attività manifatturiera, come accaduto la scorsa settimana. Crediamo comunque che il programma di Quantitative Easing possa essere prorogato fino alla fine del 2016 o anche al 2017. Riteniamo invece molto difficile che si tagli il tasso di deposito”.

La scelta delle BCE e l’impatto sui mercati mediorientali e del MENA

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euronews
”Quali ripercussioni possiamo attenderci sui mercati e piazze valutarie mediorientali e dell’Africa del nord, in caso di un’estensione del programma di quantitative easing, da parte della BCE?”.

Nour Eldeen Al-Hammoury
“Ogni qualvolta una banca centrale ha allentato la sua politica monetaria si sono registrate ripercussioni positive su tutti mercati. È vero però che a pochi giorni da una riunione dell’OPEC, il principale traino per quelli mediorientali e nordafricani resta il greggio. Rispetto poi all’Euro, abbiamo notato che i nostri clienti preferiscono vendere, realizzando anche limitati guadagni. Inoltre vendite allo scoperto e volumi di scambio hanno raggiunto i livelli più elevati da maggio, quando i mercati scommettevano su un aumento dei tassi da parte della Fed e anche le piazze finanziarie del MENA erano ai massimi dall’inizio dell’anno”.

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