Migranti: l'emergenza si sposta nei Balcani

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Reggerà l’Unione al flusso umano che inarrestabile rischia di squassarne le fondamenta? Sono quasi 300 mila i migranti e i rifugiati giunti in

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Reggerà l’Unione al flusso umano che inarrestabile rischia di squassarne le fondamenta?

Sono quasi 300 mila i migranti e i rifugiati giunti in Europa via mare dall’inizio dell’anno, stando ai dati dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati.

L’emergenza riguarda da qualche settimana anche i Balcani.
Va da sé, che nel secondo vertice dei Balcani, che si tiene questo giovedì – 27 agosto – a Vienna, l’emergenza terrà banco.

Passando dalla Grecia, i migranti arrivano in Macedonia e da qui attraversando i Balcani sperano di raggiungere le mete europee più ambite.

L’Austria resta solo una tappa. Eppure, in questo Paese che conta 8 milioni e mezzo di abitanti l’anno scorso sono state presentate oltre 28 mila le richieste d’asilo.

Neppure il supporto comunitario ha potuto niente, come denuncia Amnesty, valutando drammatica la situazione del campo profughi allestito a qualche chilometro da Vienna.

E la situazione, stando alle previsioni, potrebbe peggiorare. La rotta balcanica riduce il fattore rischio dovuto al mare, e sono quindi sempre più numerosi i migranti che decidono di affrontarla .

Con l’apertura delle frontiere macedoni, lo scorso fine settimana, è allarme in tutti i Paesi dell’ex Jugoslavia.
Nel corso di un sopralluogo in un campo profughi in Macedonia, il ministro degli Esteri austriaco ha dichiarato:

Sebastian Kurz, ministro degli Esteri austriaco:

“I migranti passano da un Paese europeo in Macedonia, che non ha i mezzi per far fronte all’emergenza. La situazione sta mettendo in ginocchio il Paese. Abbiamo bisogno urgentemente di una risposta europea, non possiamo permettere che i profughi arrivino dalla Grecia, senza essere stati registrati in Macedonia “.

Si stima che almeno 3000 persone attraversino la frontiera macedone ogni giorno.
In Serbia sono stati allestiti quattro centri di accoglienza, due al confine con l’Ungheria, Paese dove quasi tutti i profughi intendono recarsi per poi proseguire verso il nord.
Impresa che diventerà difficile entro qualche giorno, quando Budapest avrà terminato la barriera metallica con cui vuole chiudere le proprie frontiere.

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