Patto di stabilità, project bond, potenziamento della Bei. In altre parole, aiutare l’Europa a crescere. Di questo si è discusso a Strasburgo, alla vigilia della riunione informale del consiglio europeo.
Temi che dividono, più che unire, anche se tutti o quasi concordano che il rigore senza crescita non basta.
“Gli investimenti pubblici hanno toccato un minimo storico – afferma Hannes Swoboda, presidente di socialisti e democratici – bisogna promuoverli”.
Guy Verhofstadt, leader dei Liberali, spera in un passo avanti da parte del governo tedesco: “E’ chiaro che non usciremo mai dalla crisi, se non arriveremo agli eurobond, e se non ci doteremo di un fondo per ammortizzare il debito – sostiene – In caso contrario, paesi come l’Italia e la Spagna continueranno a dover pagare tassi di interesse del 6 per cento”.
Altro tema dibattuto riguarda la Grecia. Anche se non saranno prese decisioni prima di giugno, preoccupa l’eventualità di un’uscita di Atene dall’euro.
Joseph Daul, leader del Partito popolare europeo: “Se la crisi si dovesse approfondire e la Grecia decidesse di uscire, dobbiamo avere pronto un piano. Su questo voglio essere chiaro. E a titolo personale direi ai greci che è arrivato il momento che si assumano le proprie responsabilità”.