Hebron, la guerra silenziosa

Hebron, la guerra silenziosa
Diritti d'autore 
Di Monica Pinna
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Reportage della giornalista Monica Pinna di Euronews a Hebron, la più grande città palestinese della Cisgiordania. Una città divisa in due: l'80% sotto il controllo palestinese, il restante 20% amministrato da Israele. Con una continua escalation di tensioni e violenze.

PUBBLICITÀ

Hebron è la più grande città palestinese della Cisgiordania. L'unica in cui gli insediamenti israeliani si trovano all'interno della città stessa. Hebron è spaccata in due dal 1997.

L'80% è sotto il controllo palestinese; il restante 20% - chiamato H2 - è controllato da Israele. Qui 40.000 palestinesi vivono a stretto contatto con 800 coloni. La vicinanza tra le due comunità crea attriti quotidiani.

La **Tomba dei Patriarchi **non è solo un luogo sacro per l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam, ma anche un sito carico di simbolismo storico. È da è qui che inizieremo il nostro tour di Hebron.

Un luogo di storia di massacri

"Il massacro del '94 ha cambiato la realtà dei palestinesi"
Achiya Schatz
"Breaking the Silence"

La nostra guida è un ex sergente dell'esercito israeliano, ora membro di "Breaking the Silence", un'organizzazione israeliana di veterani che denuncia le violazioni nei territori palestinesi.

"In questo luogo si sono verificati due massacri. In che modo questi eventi hanno modificato il rapporto tra palestinesi e israeliani?"

"Il massacro del 1929 ha provocato la morte di 67 ebrei. Il massacro del 1994 è stato compiuto da un colono che ha aperto il fuoco e ucciso 29 palestinesi che pregavano qui all'interno della moschea. Il massacro del '29 sta alimentando la narrativa del movimento dei coloni. Dicono: ‘gli ebrei sono stati uccisi qui, noi siamo ebrei, quindi siamo autorizzati a fare tutto ciò che vogliamo’. Il massacro del '94 invece ha cambiato la realtà quotidiana dei palestinesi che vivono qui".

Una città divisa in due

Il massacro del 1994, condotto dal colono di estrema destra Baruch Goldstein, ha portato al principio di separazione della città in base al quale ampie "aree tampone" vuote sono costruite state attorno agli insediamenti, per motivi di sicurezza.

"Tutte le aree viola sono aree in cui i palestinesi non sono autorizzati a guidare. Tutte le aree a strisce sono quelle dove i palestinesi non sono autorizzati ad aprire negozi e tutte le aree rosse sono quelle che chiamiamo "zone sterili ", territori in cui ai palestinesi non è permesso neppure camminare".

Le restrizioni per i residenti palestinesi dell'area H2 di Hebron

"Una volta era la Fifth Avenue di Hebron"

Siamo entrati nella cosiddetta "zona sterile". La strada principale, Shuhada street, un tempo era una vivace zona di mercato nel cuore del centro storico. Ora è completamente deserta.

"Questa era come la Fifth Avenue di Hebron. La verità è che ora è vuota...Perchè? Ragioni di sicurezza. 'Sterilizziamo' il territorio in modo che i coloni possano continuare. Così i coloni invadono luoghi dove non è concesso loro di stare, l'esercito arriva e li protegge " - continua Achiya Schatz.

"Attraverso i territori occupati viene chiesto ai soldati di far sentire la loro presenza. Che cosa significa?

"È una specie di dottrina per noi controllare i territori occupati. Far sentire la nostra presenza è un modo per assicurarci che tutta la popolazione abbia paura di noi, sempre. In questo modo possiamo controllarli meglio".
Achiya Schatz
"Breaking the Silence"

"Far sentire la loro presenza è una specie di dottrina. Lo facciamo per controllare i territori occupati. Far sentire la nostra presenza è un modo per assicurarci che tutta la popolazione abbia paura di noi, sempre. In questo modo possiamo controllarli meglio".

Oltre 1.800 attività commerciali sono state chiuse nel centro città. Le porte sono state saldate, non importa se i palestinesi vivessero ancora lì. Solo cinque famiglie sono rimaste, sfidando coprifuochi, minacce, intimidazioni e violenze.

"Nonostante ci sia la gabbia, ancora ci tirano pietre".
Donna palestinese di Hebron
Una donna palestinese dietro alla "gabbia" anti-pietre.

"Nonostante abbia messo questa griglia, ancora ci tirano pietre. Se guardate qui sopra è pieno di pietre. I coloni si mettono li' di fronte e lanciano pietre. Quando la porta d’ingresso della mia casa è stata chiusa, i vicini hanno aperto il loro muro, in modo che io potessi entrare e uscire. Eh sì.. Dobbiamo cooperare"- spiega una residente palestinese di Shuhada Street.

"...fino a quando non saremo soffocati".

"Giorno dopo giorno, continuano a chiuderci dentro, finché non saremo soffocati".
Zidane Sharabati
Residente palestinese di Hebron

Un altro degli ultimi residenti palestinesi in Shuhada street, Zidane Sharabani, si lamenta degli attacchi dei coloni e delle incursioni notturne dell'esercito. Ci ha anche detto che Israele ha gradulamente aumentato la pressione sui residenti palestinesi per costringerli a lasciare la zona.

"Dal 1994 ad oggi, a poco a poco, stanno chiudendo l'area. Aggiungono un check-point qui, un cancello lì, spostano continuamente gli ingressi. Giorno dopo giorno, continuano a isolarci sempre di più finché non saremo soffocati. E oggi, chiunque voglia entrare ha bisogno di un numero speciale sul suo documento di identità. Quindi se non hai questo numero, non passi il checkpoint".

"La violenza dei coloni è un fattore costante"

Gli affronti quotidiani tra coloni israeliani, soldati e civili palestinesi vanno dagli insulti fino agli omicidi.

B'Tselem, il Centro di Informazione Israeliano per i Diritti Umani nei Territori Occupati, afferma che la parte israeliana agisce nella quasi totale impunità.

PUBBLICITÀ
"Per numerosi episodi di uccisioni di palestinesi - nel caso siano avvenute per mano delle forze di sicurezza - il 97% delle volte non è nemmeno aperta un'indagine"
Hagai El-Ad
Direttore B'Tselem

"La violenza dei coloni è un fattore costante della vita nei territori occupati della Cisgiordania. In numerosi episodi di uccisioni di palestinesi - nel caso siano avvenute per mano delle forze di sicurezza - il 97% delle volte - in base ai nostri dati – non viene nemmeno aperta un'indagine. Quando viene aperta, nessuno è ritenuto responsabile, nessuno viene processato".

"Noi condanniamo ogni violenza"

I coloni lamentano sistematici attacchi palestinesi, assalti con pugnale e lancio di sassi.

Negli ultimi 10 anni, 60 civili israeliani, compresi i coloni, sono stati assassinati da palestinesi in Cisgiordania. Oltre 400 civili palestinesi sono stati uccisi dall'esercito o da civili israeliani.

"Noi condanniamo ogni violenza, siamo contro ogni violenza".
Noam Arnon
Comunità Ebraica di Hebron

"Noi condanniamo ogni violenza, siamo contro ogni violenza e, se è successo, non sono sicuro sia successo, lo condanniamo...spero che Shuhada street venga riaperta, quando l'intera città sarà riaperta.
Quello che è impossibile, è mettere gli ebrei in questo ghetto e poi farci attaccare e colpire dai terroristi qui attorno....e poi dire che questa strada possa essere aperta alla libera circolazione, che potrebbe includere dei terroristi".

La difficoltà di trovare la pace

Più di ogni altro luogo in Cisgiordania, Hebron incarna le difficoltà di palestinesi e israeliani di condividere il terriotorio e la possibilità ancora remota di raggiungere la pace.

PUBBLICITÀ

Link utili

- Breaking the silence
- B'Tselem

"Social" Backstage

Un'esperienza forte, la visita ad Hebron, anche per una giornalista di vasta esperienza internazionale come Monica Pinna.
Nel suo post su Twitter, la vediamo impegnata nell'intervista con la donna palestinese che vive nella zona di Hebron amministrata dagli israeliani.

Risorse addizionali per questo articolo • WEB: CRISTIANO TASSINARI

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Cisgiordania: a Jenin tre palestinesi uccisi in ospedale da forze israeliane

Natale, a Betlemme cancellate tutte le attività: presepe tra le macerie

Sparatoria in Cisgiordania, morti i tre attentatori