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Al Trèsind Studio di Dubai tutta la varietà culinaria dell'India

Al Trèsind Studio di Dubai tutta la varietà culinaria dell'India
Diritti d'autore  euronews   -   Credit: Dubai

A Dubai sta facendo parlare di sé un ristorantino da venti coperti. Il Trèsind Studio serve menù di degustazione indiani fino a quindici portate. Lo Chef Himanshu Saini ci mostra come ricreare uno dei suoi piatti preferiti, a base di riso, lenticchie, e una miriade di spezie

Piatti indiani, tecniche francesi

Riconosciuto come uno dei World's 50 Best Discovery, il Trèsind Studio è uno dei ristoranti più raffinati di Dubai. In cucina, l'Executive Chef Himanshu Saini crea moderni menù di degustazione indiani utilizzando tecniche francesi, da cui il nome del locale: Trèsind viene da "très", avverbio francese che significa "molto" e "Ind", abbreviazione di "Indiano".

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Catalin Cighi/CAIN THALION GROUP
Il Trèsind Studio di DubaiCatalin Cighi/CAIN THALION GROUP

Saini è stato insignito questo mese Chef dell'anno dalla rivista What's On degli Emirati Arabi Uniti, mentre la sua reputazione si estende grazie alla sua serie di cene a quattro mani con chef di ristoranti stellati Michelin in tutto il mondo. Fra gli ultimi partecipanti alla sua iniziativa, l'italiano Riccardo Camanini del Lido 84 e la slovena Ana Roš di Hiša Franko.

Il piatto preferito: riso e lenticchie... e tante spezie

Sui tavoli del Trèsind Studio si trova naturalmente ogni sorta di sontuose creazioni, ma il piatto preferito dello chef resta un umile alimento indiano a base di riso e lenticchie bollite noto come khichuri o khichdi,

"C'è una grande storia dietro questo piatto - spiega Saini -, perché è uno di quei piatti che vengono preparati in tutto il nostro paese, ma ogni famiglia e ogni regione lo fa con ingredienti propri".

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La mappa degli ingredienti indianiEuronews

La cucina indiana, molto più che masala

È questa varietà che ispira la sua versione del khichuri, che spesso entra a far parte dei suoi menù degustazione. Piuttosto che ricreare la ricetta della sua famiglia, aggiunge 20 condimenti provenienti da diversi regioni dell'India, così che, dice, "A ogni boccone si gusta il sapore della zona da cui proviene quell'ingrediente".

Fra gli ingredienti, troviamo ad esempio lo zafferano di Jammu, le mele verdi dell'Himachal Predesh, o il chutney di papaya di Gujrat.

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La morale è che la cucina indiana va ben al di là del masala o del tandoori. Chi avesse voglia di sperimentare, scoprirà che riso bollito e lenticchie possono essere il primo passo di un lungo viaggio nella varietà culinaria dell'India.