Nessun accordo nel vertice ad alta tensione tra Cina e Unione europea

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente cinese Xi Jinping
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente cinese Xi Jinping Diritti d'autore Dario Pignatelli/
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Di Mared Gwyn JonesChristopher Pitchers
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Ursula von der Leyen ha chiarito che l'Unione europea "non tollererà" la concorrenza sleale della Cina in un vertice molto teso a Pechino con il presidente cinese Xi Jinping e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel

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"La concorrenza deve essere equa. Noi insistiamo sulla concorrenza leale all'interno del mercato unico, quindi insistiamo anche sulla concorrenza leale da parte delle aziende che entrano nel nostro mercato unico", ha dichiarato la presidente della Commissione europea ai giornalisti nella conferenza stampa dopo l'incontro, da cui non sono emersi nuovi impegni fra le parti.

""Ci aspettiamo che la Cina intraprenda azioni più concrete per migliorare l'accesso al mercato e le possibilità di investimento per le aziende straniere"
Charles Michel
Presidente del Consiglio europeo

I timori europei

L'Ue teme che le restrizioni alle importazioni e i generosi sussidi concessi dal governo di Pechino alle imprese con sede in Cina mettano le aziende europee in una posizione di svantaggio, aumentando il deficit commerciale con la Cina, che èil principale partner commerciale del blocco con scambi di merci che ammontano a 2,3 miliardi di euro al giorno.

Le importazioni europee dalla Cina superano le sue esportazioni verso il Paese asiatico di quasi 400 miliardi di euro, un disavanzo daumentato di dieci volte negli ultimi 20 anni e raddoppiato negli ultimi due. Secondo von der Leyen, questo squilibrio è "semplicemente insostenibile".

Le discussioni sulla correzione degli squilibri commerciali con il primo ministro cinese Li Qiang sono state approfondite, ha dichiarato von der Leyen, anche se dall'incontro non sono emerse misure concrete per affrontare le disparità.

"Ci aspettiamo che la Cina intraprenda azioni più concrete per migliorare l'accesso al mercato e le possibilità di investimento per le aziende straniere", ha dichiarato invece Charles Michel. Secondo la televisione di Stato cinese, il premier Li avrebbe detto ai due leader europei che la Cina si oppone alla "politicizzazione" dei legami economici e commerciali.

Di recente l'Unione ha adottato un approccio definito "de-risking" nei confronti della Cina, utilizzando gli strumenti di difesa commerciale come le indagini antisovvenzioni, in particolare quella sulle auto elettriche a basso costo prodotte in Cina sempre più diffuse sul mercato europeo.

Von der Leyen, comunque, ha insistito sul fatto che il blocco non sta cercando di disaccoppiare la propria economia da quella cinese, come ha invece fatto con quella russa in seguito all'invasione dell'Ucraina.

Ucraina, Gaza e Taiwan in agenda

Sia von der Leyen che Michel hanno sollecitato Xi a fare di più per reprimere l'elusione delle sanzioni, dato che le aziende cinesi sono sospettate di alimentare indirettamente la guerra della Russia in Ucraina.

Non a caso, vari Stati membri hanno fatto pressioni per includere nel 12esimo pacchetto di sanzioni, attualmente in fase di negoziazione, misure contro le aziende cinesi sospettate di facilitare l'elusione.

Secondo un alto funzionario dell'Unione, mentre le esportazioni complessive di prodotti ad alta priorità bellica dalla Cina alla Russia sono diminuite, gli ultimi dati suggeriscono che sono in aumento le esportazioni dei cosiddetti "beni a doppio utilizzo", quelli cioè che potrebbero essere impiegati con scopi militari.

Von der Leyen ha affermato che la posizione della Cina sulla guerra in Ucraina "definirà anche" le relazioni con l'Ue. Pechino ha assunto una postura neutrale e proposto un piano di pace in 12 punti a marzo di quest'anno, ma senza tagliare i ponti con Vladimir Putin.

Michel, von der Leyen e Xi hanno anche affrontato la questione della guerra in corso in Medio Oriente e del complesso percorso verso una pace duratura nella regione. "Siamo d'accordo sul fatto che gli aiuti ai più vulnerabili devono essere una priorità assoluta", ha dichiarato Michel.

L'Ue è il principale donatore di aiuti ai territori palestinesi e quest'anno ha quadruplicato gli sforzi fino a 100 milioni di euro, in risposta alla crisi nella striscia di Gaza. La Cina invece ha offerto due milioni di dollari in assistenza umanitaria aggiuntiva dallo scoppio del conflitto a ottobre.

I due leader europei, accompagnati nel loro viaggio anche dall'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri Josep Borrell, hanno anche espresso la loro preoccupazione per le tensioni nello Stretto di Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale.

L'Unione, come gli altri Paesi occidentali, si oppone a qualsiasi cambiamento dello status quo di Taiwan, un'isola con un governo autonomo che la Cina considera una propria provincia da ricondurre presto o tardi sotto il suo controllo. Su questo tema, tra Bruxelles e Pechino le posizioni restano molto distanti.

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