Chernobyl, i danni collaterali dell'invasione russa

La centrale nucleare di Chernobyl potrebbe aver subito seri danni ailaboratori di monitoraggio
La centrale nucleare di Chernobyl potrebbe aver subito seri danni ailaboratori di monitoraggio Diritti d'autore AP Photo
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Di Euronews
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Dopo l'occupazione militare, i laboratori di monitoraggio delle radiazionbi potrebbero non essere più operativi. “Non siamo ancora in grado di stabilirlo”, dice il responsabile

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La centrale nucleare di Chernobyl, occupata per settimane dall' esercito russo, potrebbe aver subito seri danni ai suoi sistemi di monitoraggio delle radiazioni. 

Danni non ancora quantificati

Anche se i bombardamenti delle truppe di Mosca hanno risparmiato l'involucro che protegge i reattori, a essere state danneggiate sono le strutture circostanti, funzionali alla gestione delle attività della centrale. Tra queste c'è il laboratorio che misura la radioattività nei pressi dell'impianto.

"Al momento non siamo in grado di determinare se qualcosa dell'attrezzatura è ancora utilizzabile. perché i computer non sono collegati e i programmi non sono stati avviati. Non è possibile stabilire lo stato di questi macchinari guardandoli da fuori", spiega, Mykola Bespalij, direttore del centro di monitoraggio di Chernobyl.

Dall'inizio di aprile, le truppe russe hanno abbandonato la zona di Chernobyl, ma a oggi solo una trentina dei trecento dipendenti dello stabilimento ha potuto riprendere il proprio lavoro. Alcuni di loro, inoltre, sono ancora sotto shock.

"I militari russi che sono arrivati qui erano fuori di sé, entravano nelle case, distruggevano i negozi e rubavano tutti gli oggetti di valore", racconta Mykola Kucharenko, ingegnere dell'impianto di Chernobyl.

I russi nella foresta radioattiva

Un'altra conseguenza dell'invasione militare di Chernobyl potrebbe riguardare i militari russi impegnati nell'attacco. Non lontano dalle strutture della centrale inizia infatti la cosiddetta "foresta rossa", una delle aree più contaminate da radiazioni al mondo, completamente disabitata dopo il disastro del 1986. Si chiama così perché all'indomani dell'incidente nucleare subì una ricaduta radioattiva che colorò di rosso la vegetazione, prima di causarne la morte.

Durante l'opccupazione militare della zona, i soldati russi vi hanno scavato le loro trincee e condotto i propri mezzi corazzati. Secondo alcuni dipendenti della centrale, si sarebbero inoltrati nella foresta senza indossare indumenti protettivi.

Un grave rischio per la loro salute: prima dell'occupazione, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica considerava le radiazioni oggi presenti a Chernobyl inferiori alla soglia di pericolo per l'uomo. Ma la situazione, secondo le autorità ucraine potrebbe essere peggiorata proprio a causa della presenza di mezzi militari che avrebbero smosso il terreno circostante facilitando la dispersione del materiale radioattivo.

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