Colpo di stato in Mali, deposto il presidente Keita

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Con lui agli arresti anche il primo ministro Cissê. Soddisfazione tra gli attivisti del "Movimento 5 giugno" che da mesi contestava il potere

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Poche ore dopo essere stato deposto da un colpo di stato militare, il presidente del Mali Boubakar Keita è apparso in televisione per annunciare la sua uscita di scena. In carica per un secondo mandato dal 2018, Keita si è rivolto direttamente ai cittadini del suo paese: "In questo momento voglio ringraziare il popolo maliano per il sostegno che mi ha dato in questi anni e per il calore del suo affetto, e intendo comunicare la decisione di dimettermi da tutte le funzioni a partire da questo momento".

La sollevazione di alcune unità militari era cominciata all'alba di martedi in una caserma a 15 chilometri dalla capitale, da dove sono partiti gli uomini armati diretti al palazzo presidenziale. Oltre al capo dello stato è finito agli arresti anche il primo ministro Boubou Cissé.

Mentre il colpo di mano viene commentato con preoccupazione dalle Nazioni Unite, che oggi riuniscono il Consiglio di sicurezza in via d'urgenza, ampi settori della popolazione della capitale maliana esprimono il proprio sostegno ai rivoltosi. Particolarmente soddisfatti gli esponenti della protesta popolare guidata dal Movimento 5 giugno, che ora chiede una soluzione democratica. "Il Mali è stato liberato da una forza repubblicana e il popolo maliano la sostiene in tutto. Siamo molto felici, ma nel paese non ci sono scuole, non c'è sanità e non c'è sicurezza", dice uno di loro.

Una delegazione della Comunità degli Stati dell'Africa Occidentale sta mediando tra le parti, alla ricerca di una soluzione costituzionale. Identica priorità è espressa dagli Stati Uniti, con un comunicato del rappresentante della casa Bianca nel Sahel, e dal presidente francese Macron, che fa sapere di stare seguendo gli sviluppi della situazione grazie ai frequenti contatti telefonici coi suoi omologhi di Niger, Costa d'Avorio e Senegal.

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