Covid-19, il confronto: tutte le app europee (e non) per tracciare i contatti

App Covid-19
App Covid-19 Diritti d'autore Stephen Groves/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di Stefania De Michele
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Come veniamo tracciati nel mondo per arginare il contagio di Covid-19. Le perplessità sulle possibili violazioni della privacy

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Parte la prima settimana di giugno ed è già a scartamento ridotto "Immuni", l'app di contact tracing per i contagi da coronavirus in Italia.
L'applicazione è stata progettata gratuitamente da Bending Spoons in partnership con il Centro Diagnostico Santagostino e Jakala: serve per tracciare i casi di Covid-19 in Italia e sarà disponibile con download gratuito per iOS e Android nelle prossime settimane, in ritardo rispetto alle scadenze fissate in prima battuta dal Governo per il rilascio non ancora avvenuto del sistema di Apple e Google per la gestione del Bluetooth Low Energy (no Gps).
Il bluetooth deve “stimare con sufficiente precisione” (circa 1 metro) la vicinanza tra le persone per rendere efficace l'avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19.
“I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio” sottolinea Bruxelles, precisando che l'obiettivo delle app “non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole” perché questo “creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy”.
Saranno tre le regioni che inizialmente useranno ''Immuni'': Abruzzo, Liguria e Puglia. Se non ci saranno problemi, dopo una settimana l'app sarà utilizzabile nel resto d'Italia.

Le caratteristiche di ''Immuni'', l'app italiana

📌 il download sullo smatphone dovrà avvenire su base volontaria

📌 il suo codice dovrà essere aperto in modo tale che qualunque soggetto indipendente possa studiarlo

📌 i dati trattati dovranno essere resi anonimi

📌 i dati trattati dovranno essere cancellati definitivamente al termine del loro impiego

Perché ''Immuni'' potrebbe non essere efficace

Secondo gli addetti ai lavoro, sono tre gli elementi che rendono ''Immuni'' meno performante del necessario: il digital divide, che esclude dall'operazione quasi il 30% della popolazione, in particolare quella anziana più a rischio di contagio; la necessaria garanzia di tutela in relazione alla gestione dei dati sensibili; l'adozione solo volontaria del sistema.
App non obbligatoria, dunque, e perché sia efficace dovrebbe essere utilizzata almeno dal 60% degli italiani: stima approssimata per eccesso secondo il ministero, ma non secondo l'opinione degli esperti. 

Distinguiamo i due approcci, il Gps e il Bluetooth

Entrambe le tecnologie vengono utilizzate per avvisare le persone venute a contatto con un positivo per evitare ulteriori trasmissioni. Con il Geo-Tracking tramite Gps si identifica se i percorsi di due individui si sono incrociati. Con le connessioni Bluetooth e ultrasuoni si tracciano le connessioni tra due telefoni e quindi tra le persone che sono state a una distanza ravvicinata. Secondo il movimento Privacy international, finora la tecnologia più adatta e meno invadente sarebbe il Bluetooth, che permette agli smartphone di accorgersi quando sono vicini celando l’identità degli utenti.

La Francia e la ''sovranità digitale''

Diversamente dall'Italia la Francia ha deciso di non avvalersi della piattaforma Apple - Google in nome della ''sovranità digitale'' del Paese.
Il governo ha sottolineato l'indipendenza francese nella scelta dell’applicazione nel modello accentrato PEPP-PT con i dati su un server, rispetto agli altri 22 Paesi europei che hanno scelto il modello decentrato DP-3T, con i dati che restano sui telefoni. 
La app di tracciamento StopCovid non utilizzerà la geolocalizzazione e si affiderà anch'essa al bluetooth per notificare quando un telefono è in prossimità di altri che hanno l'applicazione e avvisare in relazione a eventuali prossimità con chi è risultato positivo (senza rivelarne l'identità).
Il bluetooth traccia poi i contatti, non il luogo in cui questi sono avvenuti.
StopCovid sarà disponibile dal 2 giugno. 

Regno Unito e l'approccio centralizzato

Per potenziare le attività di tracciamento dei contatti, il Regno Unito ha avviato la sperimentazione di un’applicazione che dovrebbe consentire di ricevere notifiche nel caso in cui si sia entrati in contatto con persone che hanno poi scoperto di essere positive al coronavirus.
L'applicazione, sviluppata dall’unità tecnologica digitale del National Health Service (NHS), è stata testata in prima istanza sull’isola di Wight. Entro il prossimo mese la versione definitiva.
Come le altre, l’app utilizzerà la tecnologia bluetooth per registrare i movimenti dei cittadini britannici, avvisandoli qualora dovesse riscontrare una vicinanza a qualcuno che si è rivelato positivo al virus.
Come la Francia, anche il Regno Unito ha scelto di non utilizzare la tecnologia sviluppata da Google e Apple per archiviare i dati solo localmente su singoli dispositivi.
Al contrario, i dati dell’utente anonimo verranno crittografati e archiviati dall’autorità sanitaria, in conformità con le norme sulla privacy vigenti nel Paese.

Irlanda, anche a Dublino l'app è volontaria

Anche in questo caso l’app è volontaria e prevede una localizzazione per avvisare se uno dei contatti dell’utente è risultato positivo.

Germania, meno ''sovrani'' più tutelati con l'approccio decentrato

La Germania sacrifica la cosiddetta ''sovranità digitale" invocata da Francia e Regno Unito e appoggia la tecnologia proposta da Apple e Google per l'app di tracciamento del contagio da coronavirus.
Helge Braun, medico e ministro della Cancelleria federale, tedesca, insieme a Jens Spahn, ministro della Salute, hanno riferito in una dichiarazione congiunta che Berlino adotterà un approccio decentralizzato, abbandonando l'alternativa prevista inizialmente che avrebbe consentito alle autorità sanitarie il tracciamento centralizzato.
Una decisione che va nella direzione opposta a quella assunta dal servizio sanitario britannico (NHS) che userà un proprio sistema centralizzato di tracciamento dei contratti.
Secondo i tedeschi, l'approccio di Apple e Google sembra semplificare il lavoro degli sviluppatori grazie a specifiche interfacce di programmazione (Api) che aiutano l'attivazione del tracciamento dei contatti sia per iPhone sia per i dispositivi Android.

La Spagna, sperimentazione alle Canarie

La Spagna prevede di lanciare un'applicazione di tracciamento e di verificarne l'efficacia in prima battuta alle Isole Canarie. Lo ha annunciato mercoledì il vice presidente e ministro delle Finanze Nadia Calviño.
Si tratta di un progetto pilota che dovrebbe decollare a giugno con la tecnologia di Apple e Google, secondo le fonti del dipartimento.
Sarà un'applicazione completamente decentralizzata, cioè le informazioni saranno memorizzate nel dispositivo di ogni utente e non nei data center, per garantire la privacy.
"Stiamo lavorando con il governo delle Canarie per sviluppare il primo test per la realizzazione di questa applicazione a sostegno del sistema sanitario, che deve essere perfettamente rispettosa dei diritti delle persone e della tutela della privacy e dei dati personali", ha spiegato il ministro durante il suo intervento al Congresso dei deputati.

Austria, operativa l'app della Croce Rossa

È operativa l'applicazione della Croce Rossa austriaca, “Stopp Corona”, che consente agli utenti di seguirsi a vicenda e se uno è positivo gli altri vengono informati.

Svezia, dati anonimi e aggregati

Il governo svedese utilizza dati dei telefoni per analizzare i movimenti delle persone contagiate dal coronavirus.
Telia, l’operatore della rete mobile, dà accesso alla Swedish Public Health Agency.
I dati diventano anonimi e aggregati.

Norvegia, dati su un server per un mese

L’app è volontaria e serve per tracciare gli utenti e rallentare la diffusione di Covid-19, con GPS e Bluetooth.
I dati vengono memorizzati su un server per un mese.
Se un utente è positivo i suoi dati di geolocalizzazione possono permettere di rintracciare i telefoni di coloro che sono stati in contatto con lui.

Svizzera, notifica per gli utenti

L'app svizzera DP-3TLink esterno, sviluppata dai politecnici federali di Losanna e Zurigo, sarà lanciata la settimana prossima a titolo sperimentale in una fase pilota. Il suo uso sarà facoltativo. Se decidete di scaricarla, l'app utilizzerà il Bluetooth per misurare la distanza tra voi e gli altri utenti. Non vi sarà nessuna geolocalizzazione e l'intero processo sarà anonimo. Vi sarà semplicemente notificato se siete stati a stretto contatto (a meno di due metri di distanza per almeno 15 minuti) con qualcuno che è risultato positivo al test Covid-19. Il sistema funziona in modo decentralizzato, ossia i dati non vengono memorizzati su un unico server.

Repubblica Ceca, geolocalizzazione e carte di credito

‘Smart Quarantine’, approvata dal ministero della Salute, disegna tramite geo-localizzazione e i movimenti delle carte di credito ‘mappe di memoria’ con i luoghi in cui un individuo ha trascorso il suo tempo negli ultimi 5 giorni per risalire ai contatti avuti.

Israele e il suo "Scudo" anti-Covid-19

Attivata l’app “Hamagen” (Scudo) che traccia le posizioni degli utenti per verificare eventuali esposizioni.
Le informazioni vengono incrociate e confrontate con quelle del ministero della Salute, che ha i dati dei contagiati.
Se i dati fanno 'match', allora il ministero fornisce indicazioni per la registrazione e la quarantena. Le informazioni sono memorizzate soltanto sullo smartphone.

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Russia, controlli agli spostamenti soprattutto a Mosca

Secondo il quotidiano russo RBC, in particolare i moscoviti e i residenti nella regione di Mosca, con almeno 14 anni, devono scaricare un codice QR se vogliono spostarsi nella loro città.
Devono poi registrarsi su un sito web governativo o scaricare un’app sul proprio smartphone. Ricevono quindi un codice QR che può essere controllato dalle autorità. Il codice ricevuto deve essere stampato o salvato sul cellulare e portato sempre con sé, insieme al passaporto. Per i residenti che si muovono in auto è necessario registrare numero di targa dell’auto. Coloro, invece, che si muovono con i mezzi pubblici devono fornire il numero della tessera d’abbonamento al servizio pubblico.

Stati Uniti supportano Apple e Google

Poco più di dieci giorni fa Apple e Google hanno rilasciato il software che consente alle agenzie sanitarie pubbliche di tutto il mondo di creare le proprie app per tracciare chi potrebbe essere stato esposto a Covid-19, usando il bluetooth.
Alabama, North Dakota e South Carolina i primi Stati che hanno aderito.
Il sistema di contact tracing di Apple e Google utilizza, come detto, i segnali bluetooth per scambiare “chiavi” anonime tra telefoni che sono vicini l’uno all’altro.
Chi dovesse risultare poitivo a Covid-19, può inserire il risultato del test nell'app e avvisare tutti gli altri utenti che erano vicini a quella “chiave” di recente.

Cina: app con i codici colorati a seconda del rischio

Misure di contenimento molto drastiche in Cina dove è stata avviata una campagna per identificare i cittadini affetti da Covid-19, attraverso una soluzione molto invasiva dal punto di vista tecnologico: un’applicazione capace di valutare il rischio delle persone, assegnando a ogni cittadino un diverso grado di pericolosità epidemica.
In seguito all’iscrizione e al rilascio di alcuni dati, il sistema è in grado di tracciare gli spostamenti e gli incontri delle persone assegnando un codice verde, giallo o rosso a seconda del proprio stato di salute o rischio di infezione. Impossibile muoversi senza mostrare prima il codice memorizzato sull’app.
Il timore è ora quello che, superata la fase di emergenza, determinati strumenti tra cui anche i software di riconoscimento facciale, possano rimanere in uso.

Corea del Sud: il vero Big Brother

Il modello della Corea del Sud è ugualmente invasivo: l’app Corona 100m consente di sapere se nel raggio di 100 metri dalla propria posizione vi sono eventuali focolai.
Chi non ha modo di scaricare l’app può comunque visualizzare la posizione dei contagiati e i loro movimenti mediante la consultazione della mappa online “Coronamap”.
Il governo coreano ha puntato molto sull’identificazione, l’esame (attraverso test a tappeto) e l’isolamento dei cittadini entrati in contatto con le persone infette. Un sistema di controllo e analisi dei dati reso possibile anche dal fatto che la legge coreana consente all’autorità sanitaria di avere accesso ai dati delle telecamere di sorveglianza, a quelli di tracciamento tramite GPS di telefoni e auto e alle transazioni effettuate con carte di credito. Per ricostruire gli spostamenti delle persone risultate positive al coronavirus si è fatto ricorso, infatti, anche alle immagini delle telecamere di sicurezza. Tutte informazioni poi condivise, in forma anonima, sull’apposita app in modo da consentire a tutti di conoscere, in tempo reale, le eventuali situazioni di rischio.

Singapore, rassicurazioni su utilizzo dati

Il Paese ha usato l’app “TraceTogether” che traccia i contatti via Bluetooth. Il governo ha dichiarato che i dati crittografati vengono utilizzati soltanto fino alla fine della pandemia.

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India e il suo ''ponte di salute''

Il governo indiano ha lanciato ufficialmente un’app per il tracciamento del contagio: si chiama “Un ponte di salute” e, attraverso il bluetooth e la localizzazione del telefono, valuta se un utente è stato vicino ad una persona che ha contratto il coronavirus.
I dati raccolti restano sul dispositivo mobile e sono crittografati.
Vengono condivisi con l'autorità centrale solo in caso di contagio, ma non con terze parti. L’app aiuta anche a riconoscere i sintomi ed è disponibile in 11 lingue.

Australia, 15 minuti di contatto? Notifica

"Stretta di mano digitale" tra quasi 2,5 milioni di persone in Australia.
Tante hanno scaricato e registrato l’app per la ricerca dei contatti con il coronavirus del governo. L’app per smartphone COVIDSafe utilizza un segnale Bluetooth per le notifiche con gli altri utenti entro una distanza di un metro e mezzo.
L’app registra quindi questo contatto e lo crittografa. I fruitori dell'applicazione sono avvisati se hanno avuto più di 15 minuti di contatto ravvicinato con un altro utente che risulta positivo.

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