Barcellona non abbassa la testa

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Diritti d'autore REUTERS/Jon Nazca
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Di nuovo in piazza gli indipendentisti, ma il dialogo con Madrid fatica a partire

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Per la settima giornata di fila Barcellona ha visto scendere in strada la rabbia di molti cittadini, mobilitati dopo le pesanti condanne comminate ai leaders politici indipendentisti.

Nel mirino dei manifestanti la sede periferica del governo di Madrid, contro la quale sono stati lanciati decine di sacchi pieni di immondizia.

Mentre a livello politico non si vede ancora nessuno spiraglio, visto che è sempre muro contro muro tra il premier ad interim spagnolo Pedro Sanchez ed il presidente della Catalogna Quim Torra, il ministro dell'Interno prova a ridurre la crisi a un problema di ordine pubblico:

"È un problema strettamente di ordine pubblico. Coloro che vogliono manifestare pacificamente lo hanno potuto fare e lo abbiamo visto.Ma chi vuole invece causare disordini infrange la Costituzione spagnola e il codice penale".

In piazza anche i catalani contrari alla richiesta di indipendenza. Insieme ai dirigenti politici di partiti come Ciudadanos, si sono ritrovati davanti al quartier generale della polizia nazionale.

Intanto si fanno i conti di questi giorni di rivolta: secondo una stima nella sola Barcellona gli scontri hanno causato danni per oltre 2,5 milioni di euro.

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