Venezuela: addio, maledetto dollaro

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Di Alberto De Filippis
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Venezuela: l'ultima trovata del regime è operare con valute diverse dal dollaro sui mercati

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Il Venezuela smette di utilizzare il dollaro come valuta per operare sui mercati internazionali. L’annuncio è stato fatto dal presidente Nicolas Maduro di fronte all’assemblea costituente lo stesso giorno in cui viene annunciato l’aumento del 40% del salario minimo e la denuncia per alto tradimento del presidente del disciolto parlamento Julio Borges, reo di aver chiesto aiuto internazionale contro il regime all’estero.

Così Maduro: “Il Venezuela va a implementare un nuovo sistema di pagamenti internazionali utilizzando value che ci permettano di liberarci dalla schiavitù del dollaro. Convertimremo valute come lo yuan cinese, l’euro, la ruopia indiana o il rublo russo. Ci libereremo del giogo del dollaro, una valuta che ci opprime”.

Maduro permetterà di utilizzare soltanto un tasso di cambio, il DICOM, quello ufficiale e più debole, che ha però un tasso inverosimile rispetto a quello sul mercato nero, dove per un dollaro si ricevono oltre 20.000 bolivares. Al Dicom il cambio è di 1 a 3400 secondo la banca centrale, ma arriva addirittura a 10 bolivares per un biglietto verde. In questo caso un caffé, seppur gustoso, oggi arriverebbe a costare oltre 500 euro. Obiettivo del gesto è liberarsi dei dollari in circolazione per aggirare le sanzioni volute da Donald Trump. Per ora Maduro fa affidamento su prestiti a fondo perduto di Mosca e Pechino. Resta da vedere per quanto perché la distanza tra i tassi di cambio, reale e ufficiale non ha fatto altro che incrementare la corruzione e peggiorare una crisi sistemica già devastante.

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