Theresa May sorprende tutti (o forse no) con le elezioni anticipate

Theresa May sorprende tutti (o forse no) con le elezioni anticipate
Di Euronews
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State of the Union: il programma settimanale di attualità europea da Bruxelles

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Meno di un anno dopo il “si” alla Brexit, il primo ministro britannico, Theresa May, ha annunciato le elezioni anticipate l’8 giugno, tre anni prima del previsto.
Benvenuti su State of the Union.
I tempi erano favorevoli e ha approfittato della debolezza dell’ opposizione laburista: Theresa May ha scommesso di rafforzare la sua maggioranza conservatrice fino al 2020, per negoziare a mani libere l’uscita del RegnoUnito dall’Unione europea entro il 2019.
Eviterebbe in questo modo tutte le sanzioni elettorali post Brexit.
Ecco le reazioni per le strade di Londra.

L’opposizione laburista si trova con le spalle al muro. Il suo leader, Jeremy Corbyn, ha 7 settimane per mobilitare le sue truppe, divise al suo interno, e guadagnare 20 punti di stacco. In caso di sconfitta, rischia la testa.
Tuttavia, queste elezioni sono un’opportunità inaspettata offerta ai liberaldemocratici per rinforzare le fila dei paladini dell’Unione europea.
A Bruxelles, i diplomatici hanno accolto con una flemma tipicamente britannica la decisione Theresa May. L’analisi del mio collega James Franey.

La realtà della Brexit prende forma poco a poco: un esempio sono le agenzie europee, responsabili di applicare le politiche dell’UE.
Due si trovano a Londra, l’Autorità bancaria europea e l’Agenzia europea per i medicinali. Come conseguenza della Brexit, dovranno essere trasferite altrove nell’UE, e il costo del loro trasloco sarà a caricp del Regno Unito.
Come ricordato dal portavoce della Commissione: “Il Regno Unito lascia l’UE e non avrà alcune voce in capitolo sulla collocazione delle agenzie.”
Come vediamo su questa mappa, per sostituire la sede londinese della Agenzia europea per i medicinali, diversi stati sono già in lista e non mancano città candidate, perché stiamo parlando di diverse centinaia di posti di lavoro.

Per terminare con la Brexit, o meglio il tweet della settimana, va a Donald Tusk, il presidente del Consiglio europeo, che all’annuncio di elezioni anticipate, ha citato impassibile Alfred Hitchcock, il maestro britannico della suspense.

Restiamo con Donald Tusk, che è molto occupato con l’attuale governo polacco ultra-conservatore, il quale lo accusa di tradimento. Si è recato a Varsavia per rispondere alla convocazione del pubblico ministero: un’ opportunità per far convergere i suoi sostenitori.

La vittoria è risicata ma c‘è: Recep Tayyip Erdogan è riuscito a vincere il referendum e rafforzare i suoi poteri. Forte l’imbarazzo dei leader europei, che hanno reagito con cautela.
La comunità turca nel continente, invece, ha sostenuto Erdogan.
Il 75% dei turchi in Belgio, il 73% in Austria, il 70% nei Paesi Bassi, il 65% in Francia e il 63% in Germania ha votato per il rafforzamento dei poteri del presidente.
Perché? Guardatela spiegazione di questo esperto.

Il tema Brexit è presente anche la prossima settimana: prima la visita del Presidente Juncker a Londra su invito di Theresa May, pochi giorni prima uno speciale vertice europeo dove 27 leader approveranno le loro linee sui negoziati che inizieranno dopo l’ 8 giugno.
Grazie per averci seguito e buona settimana.

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