L'Egitto in prima linea contro l'infibulazione

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Di Euronews
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L’Egitto in prima linea contro l’infibulazione.

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L’Egitto in prima linea contro l’infibulazione.

Il governo egiziano ha annunciato ieri di voler inasprire le pene per chi operi queste pratiche con una legge che prevede fino a 7 anni di carcere.

Il disegno di legge, varato dal governo, deve essere ancora dibattuto in sede parlamentare.

Le mutilazioni sono illegali nel Paese dal 2008 e previste solo in caso di necessità medica.
Questa pratica, che risale ai tempi dei faraoni, è ancora largamente diffusa in Egitto e non solo.

Stando a un rapporto dell’“Unicef”:http://www.unicef.org/media/files/FGMC_2016_brochure_final_UNICEF_SPREAD.pdf, circa 200 milioni di bambine e donne hanno subito queste mutilazioni, decine i Paesi dove è ancora uso e costume.

In testa alla lista dei Paesi dove vige ancora l’infibulazione troviamo: Somalia, Guinea e Gibuti.
L’Egitto ha una percentuale pari all’ 87%.

Sono invece 44 milioni le ragazzine con meno di 14 anni che l’hanno subito: principlamente in Gambia, Mauritania e Indonesia.

Ifrah Salad Abdulle aveva 17 anni all’epoca dell’intervista e viveva in un campo per sfollati somali.

Ifrah Salad Abdulle:
“Avevo 8 anni quando mi è accaduto, sono rimasta a letto per diversi giorni a causa dei punti di sutura, il dolore è indescrivibile.
Mi hanno legato le gambe unendole di modo che non si muovessero i punti. Non potevo fare pipi normalmente, per farla dovevo coricarmi su di un fianco”.

Le mutilazioni dei genitali femminili, possono avere complicazioni importanti durante il parto, sia per la madre che per il neonato.

Maryam Salad, ginecologo Mogadisco:

“Quando il nascituro arriva nel canale di nascita, trova difficile uscire e può succedere che venga al mondo di fatto morto. Occorre una lunga rianimazione, tuttavia questo può comportare problemi cerebrali e di sviluppo”.

Le mutilazioni genitali femminili sono condannate a livello internazionale. Malgrado la guerra senza quartiere portata avanti dalla società civile, l’“Unicef”:
http://www.unicef.org/media/media_90033.html è convinta che l’infibulazione aumenterà in maniera significativa ancora per una decina 15 anni.

Intanto l’Egitto ha condannato il medico della ragazzina di 13 anni, morta in seguito all’intervento. Una prima storica per il Paese.

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