Grecia: profughi bloccano un'autostrada, protestano anche gli abitanti di Idomeni

Grecia: profughi bloccano un'autostrada, protestano anche gli abitanti di Idomeni
Diritti d'autore 
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

In Grecia gruppi di profughi hanno bloccato un’autostrada nei pressi di Idomeni piazzando le loro tende sulle corsie. Decine di persone hanno

PUBBLICITÀ

In Grecia gruppi di profughi hanno bloccato un’autostrada nei pressi di Idomeni piazzando le loro tende sulle corsie. Decine di persone hanno protestato così contro la prospettiva del loro respingimento verso la Turchia, previsto dall’accordo tra Ankara e l’Unione europea.

“Perché – si chiede un rifugiato – chiudono la frontiera davanti a noi siriani? Là c‘è la guerra. Immaginate se ci fosse la guerra nel vostro Paese. Cosa fareste? Dovreste scappare. Noi vogliamo che si apra la frontiera, tutto qui.’‘

Lo stallo nella situazione irrita anche molti abitanti della zona intorno a Idomeni. Cittadini greci hanno protestato sabato mattina contro la permanenza di accampamenti sui terreni agricoli.

“Per gli agricoltori locali, è il periodo in cui cresce il grano” spiega Xanthoula Soupli, sindaco di Idomeni “ma non possono coltivare le loro terre perché sopra ci sono tende e persone. Tra un po’ ci ritroveremo con un problema di sopravvivenza.”

Proteste anche in Turchia, a Dikili, contro il ritorno dei migranti. I primi rifugiati respinti dovrebbero arrivare questo lunedì da Lesbo. Ankara esclude di deportarli in Siria e li identificherà all’interno di due “campi di riammissione”, già condannati da Amnesty International, prima di smistarli verso altre strutture, che però al momento non sono pronte.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Bruxelles - Ankara, cosa dice il trattato sui rifugiati

Gaza: Erdoğan incontra Ismail Haniyeh e il ministro degli Esteri egiziano a Istanbul

Canarie: proteste sulle isole contro il turismo di massa