A Bruxelles alcune decine di manifestanti, in buona parte rifugiati e migranti, chiedevano un accordo per l’apertura delle frontiere. Sempre a
A Bruxelles alcune decine di manifestanti, in buona parte rifugiati e migranti, chiedevano un accordo per l’apertura delle frontiere. Sempre a Bruxelles, il vertice europeo dei Ministri dell’Interno si concludeva con una soluzione a metà per la gestione del flusso migratorio.
Per i primi 40.000 rifugiati per i quali si era già trovato un accordo, è giunto il via libera allo schema di ripartizione. Ma per i 120.000 supplementari non c‘è ancora nulla.
“Sulla nostra proposta per 120.000 rifugiati non abbiamo ottenuto l’accordo che volevamo. La maggioranza degli Stati è pronta, ma non tutti”, conferma il Commissario europeo all’Immigrazione.
Accordo bloccato dall’intransigenza dei Paesi dell’Europa centro-orientale, tutto rinviato quindi al vertice interministeriale dell’8 ottobre, dove non sarà più necessaria l’unanimità.
Procedere con la maggioranza qualificata si può, ma è considerata l’ultima spiaggia. Nelle prossime tre settimane l’Europa tenterà quindi ancora di convincere i partner recalcitranti.
Secondo l’inviato di Euronews, “dalle conclusioni del vertice emerge con chiarezza che alcune concessioni all’ala dura sono state fatte. Per esempio la possibilità in futuro di valutare al di fuori dell’Unione europea le richieste d’asilo e il rafforzamento della protezione dei confini esterni”.