Francia al voto per le municipali

Francia al voto per le municipali
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La Francia al voto questo week end per il primo turno delle municipali.

Primo test elettorale per la sinistra al potere da circa due anni con François Hollande.

I sondaggi annunciano una sconfitta, resta da vedere l’ampiezza e chi ne trarrà vantaggio.

A chi andrà il Comune di Parigi e il risultato del Fronte Nazionale sono gli altri due grandi risultati attesi.

La capitale francese è gestita da ormai 13 anni dai socialisti.
Anche se l’era della sinistra dovesse finire, una cosa è certa a amministrare la Ville lumiere sarà sicuramente una donna: in corsa Anne Hidalgo e per il PS e Nathalie Kosciusko-Morizet, per l’UMP.

Tra i grandi protagonisti anche l’astensionismo, che si stima sarà alto, circa il 40%.
Chi vota, giura di fare una scelta con lo sguardo rivolto agli affari della propria città senza pensare alla posta in gioco a livello nazionale e tanto meno alle europee del prossimo maggio.

Tra i Comuni sorvegliati speciali, quelli che rischiano di essere conquistati dal Fronte Nazionale, il partito di estrema destra guidato da Marine LePen. Come il Comune di Hénin Beaumont nel Nord dell’esegono.
Potrebbero passare a destra Strasbourgo, Tolosa e Reims, a sinistra invece Marsiglia e Avignone.

La battagliera Marine Le Pen non si è risparmiata neppure per la campagna elettorale delle amministrative. Il Fronte Nazionale, amministra 5 piccoli Comuni e conta 85 consiglieri. Intende portare a casa molto di più.
L’obiettivo è conquistare per l’appunto il Comune di Hénin Beaumont, che conta oltre 25 mila abitanti.
Oggi la sinistra amministra 28 città su 42.
Bisognerà attendere il 30 marzo, giorno del ballottaggio, per vedere cosa cambierà.

I sindaci sono a loro volta eletti dai consiglieri municipali per un mandato di sei anni.

Laurence Alexandrowicz, euronews:

-Martial Foucault lei è il direttore del centro di ricerche politiche dell’Istituto di Scienze politiche di Parigi, che ha un occhio di riguardo nei confronti della politica francese. Domenica i francesi sono chiamati a eleggere i propri sindaci, qual‘è la posta in gioco di questo scrutinio?

Martial Foucault, Istituto di Studi Politici, Parigi:

“Bisogna sottolineare tre punti principali: fiscalità locale, il contesto francese, con una pressione fiscale in aumento, gioca un ruolo importante.
Il mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione locale, anche questo è in aumento, mentre le condizioni di lavoro peggiorano.
C‘è poi un terzo fattore squisitamente locale, che è la capacità dei sindaci di amministrare il territorio”.

-Si parla anche dell’astensione che non cessa d’aumentare.
Dal 20% del 1983, al 34% delle ultime consultazioni del 2008. Chi ne trae vantaggio?

“Effettivamente, molti istituti di sondaggio, annunciano un aumento considerevole del tasso d’astensione che potrebbe toccare il 40%. Per capire però dobbiamo affrontare un punto essenziale, che va sotto il nome di astensione differenziale. Bisogna verificare quale partito subisce il peggior tasso d’astensione .
Dal momento che oggi la maggiorparte delle città sono amministrate dalla sinistra, un aumento dell’astensione andrà a vantaggio della destra”.

-Anche il Fronte NAzionale potrebbe trarne un certo vantaggio, è quello che sentiamo in questi ultimi giorni?”.

“Se c‘è astensione c‘è una mobilitazione minore, gli elettori non vanno a votare, sono i grandi partiti a soffrirne maggiormente. I piccoli partiti riescono a mobilitare invece maggiormente i propri elettori. Il Fronte nazionale è uno di questi, i suoi elettori sono certi della scelta che fanno, non è la stessa cosa per l’Ump e il Ps”.

-In tempo di crisi, le elezioni locale possono assumere un interesse particolare?

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“Difficile fare un legame tra crisi economica e astensione. Ciò che bisogna dire invece è che il 2014 è stato un anno di crisi politica, democratica.
Se diamo uno sguardo ai cirteri con cui misuriamo la fiducia dei francesi nelle diverse istituzioni politiche, osserviamo che paradossalmente in pochi credono nei partiti, appena l’8% dei francesi. Ma il sindaco, il Comune, gode ancora della simpatia del 60% dei cittadini”.

-Immaginiamo che la destra faccia razzia di tutto, con le divisioni e i problemi attuali, questo scenario potrebbe incentivare il ritorno di Nicolas Sarkozy sulla scena politica?

“Non penso che avremo una destra piglia tutto, perché? perché come abbiamo detto, il Fronte Nazionale sarà super presente, con un certo numero di candidati che arriveranno al secondo turno.
Lo scenario che si prospetta è il triangolo, la scelta tra tre candidati. Sappiamo che in Francia, quando il Fronte Nazionale supera la soglia di sbarramento, sono i candidati di destra a essere penalizzati.
Parliamo di elezioni locali, e il problema di Sarkozy non si pone neppure e l’esito non può giustificare il suo ritorno come uomo della provvidenza.
Se la destra vince, bene. Se la destra perde a quel punto si potrebbe affrontare il ritorno di sarkozy in alternativa all’attuale direzione dell’Ump”.

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