Scrittori in erba alla conquista dell'Europa

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Di Euronews
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Scrivere è un mestiere solitario. Ogni autore, però, sogna di conquistare la più ampia platea di lettori possibile. Una missione quasi impossibile per scrittori provenienti da Paesi dove si parlano lingue poco conosciute.

A Riga incontriamo Inga Zolude, una giovane scrittrice. Tra i vincitori dell’edizione del 2011 del Premio europeo per la letteratura.
Racconta Inga:“La letteratura lettone dovrebbe suscitare più interesse, perché è unica. Diversa dalle altre, è molto specifica, di alto livello. Spero che un giorno si arrivi a conoscerla davvero, a livello mondiale”.

Il premio europeo per la letteratura punta a promuovere la circolazione di libri in un continente dove la diversità linguistica spesso rappresenta un ostacolo più che un’opportunità.

Ogni anno una giuria composta da giudici provenienti da ogni parte d’Europa seleziona dodici autori emergenti.

Non esiste candidatura. Case editrici e autori non possono inviare le loro opere alla giuria per essere valutati. Il premio permette ai giovani scrittori di conquistare visibilità in primis nel loro Paese di origine.

Inga, ha da poco ricevuto un premio nazionale.

Riuscire a far conoscere il suo libro a livello internazionale, però, è un’operazione molto più complessa.

Dace Sparane-Freimane, edizioni Dienas Granmata:“Il primo problema riguarda i traduttori. La lingua lettone non è tra le più diffuse nell’Unione europea. Il primo ostacolo è trovare traduttori e le risorse per finanziare la traduzione”.

Pubblicare all’estero il primo romanzo. Rimane questo il sogno di Inga. Ad aiutarla Suzanne McQuade, un’editor statunitense che ha passato qualche anno in Lettonia. “Questi sono Paesi post-sovietici, la gente ne ha una percezione piuttosto antiquata” afferma Suzanne, che aggiunge:“Per questo credo sia importante dare spazio ai giovani autori perché sono in grado di offrire una prospettiva completamente nuova, mai vista prima”.

La traduzione è soltanto il primo passo. Suzanne ha anche bisogno di trovare una casa editrice interessata al libro.

Per cominciare Suzanne vuole convincere alcune case editrici a fare richiesta delle sovvenzioni europee per la traduzione di opere letterarie.

Riuscire a penetrare il mercato della lingua inglese è davvero difficile.

Suzanne afferma:“I lettori inglesi tendono a non leggere opere tradotte. Il problema è anzi la penuria di pubblicazioni estere in inglese. Credo quindi che sia molto importante per le case editrici addentrarsi nella letteratura straniera”.

Incontriamo il Direttore del Centro per la letteratura lettone nei pressi della nuova biblioteca nazionale, simbolo della vita culturale di Riga.

Janis Oga, è impegnato nella promozione della letteratura lettone nel mondo, ritiene che i finanziamenti possano aiutare molto. Ma la burocrazia può rappresentare un ostacolo insormontabile. “Nelle piccole case editrici lo staff è ridotto al massimo” afferma Janis:“Normalmente sono gestite da un personale creativo, poeti e scrittori stessi. Riempire i moduli per la candidatura lunghi oltre due pagine, beh può essere un problema”.

Molto spesso però sono proprio le piccole case editrici a rivelare veri talenti. Grazie ai quali la letteratura supera i confini geografici, permettendo ai lettori di conoscere mondi fino a quel momento sconosciuti.
Per Inga:“L’arte, la letteratura, se tradotte possono diventare un linguaggio universale”.

Inga, le cui opere aprono ai lettori un universo a metà tra il sogno e la realtà, spera che le sue parole conquistino il mondo. In attesa che ciò accada è possibile leggere alcuni degli estratti delle sue opere sul sito di Generation Y.

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