Il telescopio Nancy Grace Roman che mapperà l'universo

Il telescopio Roman della Nasa che mapperà l'universo
Il telescopio Roman della Nasa che mapperà l'universo Diritti d'autore NASA's Goddard Space Flight Center
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Di Luke Hurst
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Nasa-Esa: "Fornirà una quantità colossali di dati". Il lancio entro il 2027

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Dal luglio dello scorso anno il telescopio James Webb rivela la bellezza e il mistero del cosmo, ma una nuova missione è al lavoro sul suo successore. 

Il lancio del Nancy Grace Roman Space Telescope inaugurerà "una nuova era per l'astronomia", ha detto a Euronews Next uno degli scienziati dell'Agenzia spaziale europea (Esa) impegnati nel progetto; raccoglierà più dati di qualsiasi altra missione della Nasa lanciata finora e tenterà di rispondere ad alcune delle più grandi domande di astrofisica.

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Previsto per il lancio al più tardi entro il 2027, il nuovo telescopio spaziale sarà in grado di catturare "una visione più panoramica dell'universo e consentire più studi statistici", ha spiegato Marco Sirianni, Science Operations Development Manager dell'Esa.

Pur essendo una missione guidata dalla Nasa, l'Esa sta contribuendo alla missione con parte della tecnologia e delle competenze, in cambio dell'accesso alla quantità senza precedenti di dati che questa fornirà.

Ecco cosa aspettarsi dal prossimo grande telescopio spaziale della Nasa.

In che modo Roman si differenzierà da Hubble e James Webb?

Mentre Hubble e Webb sono estremamente adatti a ingrandire, ottenendo uno sguardo dettagliato su piccole parti del cielo, Roman avrà un campo visivo molto più ampio.

Sarà in grado di produrre immagini a infrarossi 200 volte più grandi di Hubble, fornendo allo stesso tempo i medesimi approfonditi livelli di dettaglio. Quindi, oltre a produrre le immagini perfette a cui ci hanno abituati Hubble e Webb, sarà principalmente "un telescopio dedicato alle indagini", ha affermato Sirianni.

"Per cercare la popolazione stellare in una galassia vicina, che è molto grande per il campo visivo di Hubble, dobbiamo unire e fare mosaici di scatti molto diversi. Con Roman, possiamo scattare una foto dell'intera galassia in un solo colpo", ha spiegato.

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Ad esempio, un recente "mosaico" della vicina galassia Andromeda è stato composto con 400 singole immagini scattate da Hubble. Roman sarà in grado di restituire la stessa vasta immagine, e con il medesimo livello di dettaglio, con due sole grandi immagini che racchiuderanno una quantità senza precedenti di dati.

"Giusto per darvi un'idea, in 30 anni di funzionamento di Hubble abbiamo raccolto qualcosa come 170 terabyte di dati", ha spiegato Sirianni. "Per Webb, prevediamo in cinque anni di avere 1.000 terabyte. E per i 5 anni di vita nominale per Roman prevediamo di avere 20.000 terabyte".

Alla fine, raccoglierà dati su miliardi di galassie per creare un "modello 3D dell'universo".

Rispondere a misteri cosmici

Con questa vista panoramica dell'universo, la Nasa e i suoi partner sperano di rispondere ad alcune delle più importanti domande che l'astrofisica deve affrontare.

Uno degli obiettivi è testare la teoria della relatività generale di Albert Einstein, che è ben testata rispetto alla scala del nostro sistema solare, ad esempio, ma meno su scale cosmologiche più ampie.

Secondo la teoria, la materia visibile all'interno dell'universo dovrebbe rallentarne l'espansione, quindi gli scienziati attribuiscono la velocità di espansione dell'universo a una componente misteriosa - l'energia oscura - che secondo loro ne costituisce circa il 68 per cento.

Roman fornirà dati in grado di misurare con precisione la posizione e la distanza di milioni di galassie e aiuterà a comprendere il tasso di espansione dell'universo in diverse aree.

Censimento degli esopianeti

Un altro dei principali obiettivi di Roman è individuare migliaia di nuovi esopianeti all'interno della nostra galassia, utilizzando una tecnica chiamata "microlente gravitazionale".

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Dato che Roman conterà miliardi di stelle, fornirà un "ottimo censimento di quante stelle avranno esopianeti", ha detto Sirianni.

Non solo individuerà nuovi esopianeti, ma trasporterà un secondo strumento principale, chiamato "coronografo", che ha l'obiettivo di visualizzare gli esopianeti vicini alla loro stella madre. Il coronografo su Roman tenterà di catturare direttamente grandi pianeti simili a Giove, effettuando correzioni in tempo reale per migliorare la qualità dell'immagine.

Sarà uno strumento dimostrativo e, se sarà in grado di funzionare, costituirà la base per la tecnologia da utilizzare nei futuri osservatori spaziali che tenteranno di visualizz

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Il contributo dell'ESA a Roman

L'Esa sta contribuendo con tre tecnologie chiave alla missione, in cambio dell'accesso ai dati. 

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L'agenzia spaziale fornirà: piccoli telescopi nel veicolo spaziale che determinano costantemente la sua posizione nel cielo seguendo le stelle; le batterie per aiutare ad alimentare il veicolo spaziale prima che i suoi pannelli solari vengano dispiegati; rilevatori per il coronografo di bordo.

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