Otto paesi in meno sulla lista nera UE dei paradisi fiscali

Otto paesi in meno sulla lista nera UE dei paradisi fiscali
Di Elena Cavallone
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Tra i Paesi che si sono impegnati a rispettare le norme europee di trasparenza c'è anche la criticatissima Panama

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I governi europei allentano la presa sulla lotta all'evasione fiscale. Martedi a Bruxelles i 28 ministri delle finanze hanno "graziato" otto stati extra UE, spostandoli dalla lista nera dei paradisi fiscali a quella dei Paesi che si sono impegnati a rispettare i criteri europei di trasparenza. 

A esprimere il disappunto della Commissione europea è Pierre Moscovici: "capisco che alcuni paesi possano passare dalla lista nera alla lista grigia - ha affermato il commissario agli affari economici e monetari - . La lista grigia sarà composta da oltre 50 territori o stati, ma gli impegni che hanno preso devono essere resi pubblici, in modo che vengano valutati e controllati".

Secondo i ministri, lo spostamento mostra che la pressione dell'UE a livello globale sta funzionando, in quanto paesi di tutto il mondo hanno deciso di adottare le norme europee. Ma gli attivisti di Oxfam criticano duramente questa decisione. 

"Come è possibile accordare fiducia cosi velocemente ad alcuni Paesi e chiedere loro di fare delle riforme, quando l'UE stessa non è in grado di farlo? Lo scorso novembre Oxfam ha mostrato che 4 stati membri non rispettano pienamente i criteri europei, in particolare i Paesi Bassi, il Lussemburgo, l'Irlanda e Malta ", spiega Aurore Chardonnet.

Oltre alla celebre Panama, epicentro degli scandali finanziari che portano il suo nome, tra i paesi che hanno inflotito la lista grigia ci sono anche Tunisia, Emirati Arabi, Barbados, Grenada, Repubblica di Corea, Macao e Mongolia. Se non rispetteranno gli impegni potranno ripiombare nella lista nera che però al momento è ridotta a una manciata di nove staterelli: Samoa americane, Bahrein, Guam, Isole Marshall, Namibia, Palau, Santa Lucia, Samoa e Trinidad e Tobago.

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