L'accordo sul nucleare iraniano traballa ma a perderci è Washington

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Di Euronews
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L'UE è ferma sulla volontà di mantenere un accordo che ha permesso alle imprese di investire nel Paese

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Aumentano le incertezze sulle sorti dell’accordonuclearee iraniano che il presidente americano Donald Trump intende revocare. Stretto tra il rischio di mettere in difficoltà i partner europei e la volontà di restare fedele alle sue dichiarazioni, Trump dovrà comunicare la sua decisione al Congresso entro il 15 ottobre. Una posizione scomoda, come spiega Pierre Vimont, ex diplomatico francese. “Potrebbe ritrovarsi ad avere un confronto con gli europei, che invecei nsistono affinché l’Iran rispetti i suoi impegni relativi all’accordo di Vienna del 2015. Gli Europei non hanno alcuna regione di reintrodurre delle nuove sanzioni contro l’Iran”.
L’Unione europea non intende rinunciare ad un accordo che ha permesso a molte imprese europee di fare affari nel Paese. Con la reintroduzione delle sanzioni, Washington rischia dunque di rimanere isolata.
“Mina la credibilità degli Stati Uniti e per i suoi gli avversari e concorrenti rappresenterebbe un’opportunità per aumentare la loro influenza nella regione. Penso in particolare alla Russia. Tutto questo dovrebbe convincere il presidente americano a mantenere l’accordo”.
L’Iran si è impegnato a limitare il suo programma nucleare e a permettere controlli periodici da parte delle nazioni uniti sulle sue installazioni nucleari ma secondo
Daniel Schwammenthal, direttore dell’AJC Transatlantic Institute “qualunque siano i pregi di questo accordo, sappiamo che tra 8 o 13 anni la maggior parte delle restrizioni verranno meno e il regime iraniano avrà una capacità nucleare legittimata dalla comunità internazionale”.
Il nostro corrispondente da Bruxelles, Nima Ghadakpour: “La lotta contro la proliferazione nucleare è a un vicolo cieco, come è dimostrato dalla crisi delle relazioni con la Corea del Nord e con l’Iran, che rivendica il diritto alle armi nucleari. Le posizioni sul punto sono divergenti: da una parte gli Stati Uniti di Donald Trump pronti al confronto e dall’altro l’Unione europea che tenta di allentare le tensioni”.

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