Dal turismo all'inclusione sociale: ecco come il Portogallo sta spendendo i fondi europei

In collaborazione con The European Commission
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Di Bryan Carter
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A più di due anni dal lancio del dispositivo per la ripresa e la resilienza dell'Unione europea, siamo andati in Portogallo per vedere a che punto sono i lavori: Lisbona riceverà in totale 16,6 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza - in inglese Recovery and Resilience Facility (Rrf) - è un pacchetto di finanziamenti da 723,8 miliardi di euro, gestito dalla Commissione europea, per aiutare la ripresa dopo la pandemia. 

Per accedere ai fondi, gli Stati membri devono presentare piani per la transizione verde e digitale. Per ogni tema deve essere spesa una percentuale minima. Ogni Paese dell'Unione ha priorità specifiche per gli investimenti, come il potenziamento dei trasporti sostenibili, la digitalizzazione dei servizi pubblici, la protezione della biodiversità o la ristrutturazione degli edifici a basso consumo energetico. I pagamenti vengono sbloccati periodicamente quando il Paese raggiunge i traguardi concordati. Tutte le riforme e gli investimenti devono essere realizzati entro agosto del 2026.

A più di due anni dal lancio del dispositivo, siamo andati in Portogallo per verificare se questi investimenti stanno realizzando ciò che hanno promesso: un'economia più verde e socialmente inclusiva. 

Modernizzare l'industria del tursimo

Nonostante sia una delle principali destinazione turistiche d'Europa, il Portogallo potrebbe fare di più per sfruttare appieno il suo potenziale: a dirlo è Catarina Nunes, vicerettore dell'Istituto superiore di Estoril per il turismo e gli studi alberghieri.

Nunes supervisiona un nuovo programma, finanziato dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, volto a superare la carenza di competenze nell'industria del turismo. "In Portogallo c'è ancora molta strada da fare in termini di formazione nel campo del turismo e dell'ospitalità - dice Nunes -. Ci sono dei cambiamenti che il mercato impone: richieste di innovazione, miglioramento, sostenibilità, creazione di nuove imprese, nuove tendenze, soddisfazione delle esigenze del mercato. Facciamo parte di un consorzio di tre istituti di istruzione superiore che riceveranno circa 6.700.000 euro. Possiamo guidare la trasformazione digitale del settore, riqualificare il personale e fornire una formazione su misura per le esigenze del mercato".

Si stima che circa 8.000 studenti beneficeranno di questo investimento nel corso di cinque anni. Attraverso l'Rrf, il piano di ripresa nazionale del Portogallo beneficerà di 13,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 2,7 miliardi di euro in prestiti, per un totale di 16,6 miliardi di euro. Il piano sosterrà investimenti e riforme in settori come trasporti, sanità e tecnologie digitali.

L'edilizia abitativa, una priorità del Portogallo

Particolare attenzione viene data alle esigenze sociali, come l'edilizia abitativa. Un problema importante in Portogallo. All'università di Lisbona sono in corso i lavori per fornire alloggi a prezzi accessibili a 900 studenti. "Gli affitti sono molto alti, mancano case e stanze, soprattutto a Lisbona e in altre grandi città - dice Vitor Leitão, vicerettore dell'università -. Quindi, se vogliamo attirare più studenti, dobbiamo dare loro un alloggio. L'Unione europea, attraverso questo piano di resilienza e recupero, ci finanzierà con circa 27 milioni di euro: il costo totale è di circa 39 milioni di euro".

I nuovi edifici devono rispettare i requisiti di efficienza energetica, in linea con gli obiettivi ecologici del Portogallo. Se da un lato questa è una misura importante per mitigare le emissioni di gas serra, dall'altro il Paese sta scommettendo su tecnologie per le previsioni meteo più adatte alle future sfide climatiche. A questo scopo, l'Istituto portoghese del mare e dell'atmosfera (Ipma) riceverà 17 milioni di euro di investimenti del dispositivo e ha già acquistato un supercomputer da un milione di euro.

"Questo computer permetterà di moltiplicare per 20 la nostra capacità di calcolo per fornire dati in modo più rapido e di migliore qualità - dice Miguel Miranda, presidente dell'Ipma -. Il Portogallo è uno dei Paesi più colpiti dal cambiamento climatico, e la sua capacità di migliorare, anche di poco, le previsioni atmosferiche e oceaniche, ha un enorme impatto sulla vita delle persone".

Un'economia più forte per resistere alle crisi future

Secondo l'Unione europea, il piano di ripresa portoghese aumenterà il pil del Paese fino al 2,4% entro il 2026 e creerà circa 50.000 posti di lavoro. Sarà sufficiente per lasciarsi alle spalle gli effetti economici della pandemia? Lo abbiamo chiesto a Mariana Vieira da Silva, ministro della Presidenza del governo portoghese.

L'Rrf ha un valore di 16,6 miliardi di euro. Pensa che sia sufficiente?

Pensiamo che sia una buona opportunità per riprenderci dalla crisi, ma anche per preparare la nostra economia per il futuro. Più soldi sono meglio di meno soldi, ma credo che il dispositivo sia un programma molto importante che l'Unione europea è stata in grado di lanciare e che noi siamo in grado di approvare e poi attuare.

In questi due anni, quali ritiene siano state le lezioni principali o dove pensa che ci sia ancora spazio per i miglioramenti?

In Paesi come il Portogallo abbiamo un programma forte sulla politica di coesione e ora un programma forte per il dispositivo di ripresa. Questi programmi hanno regole e meccanismi di valutazione diversi e credo che sia necessario coordinarli più di quanto non si stia facendo ora, perché la capacità amministrativa di ciascun Paese non è illimitata. Credo che questi due meccanismi debbano essere coordinati maggiormente.

Se guardiamo i grafici che confrontano il modo in cui i fondi del dispositivo vengono utilizzati in Europa, vediamo che il Portogallo ha la seconda quota più alta dedicata alla politica sociale. Pensa che investire nella politica sociale, in questa fase, diventi una scelta politica o una scelta di realtà economica?

Beh, entrambe le cose, credo. In primo luogo, in Portogallo abbiamo un problema di disuguaglianza che dobbiamo affrontare e che è uno degli aspetti più importanti per garantire che le transizioni digitale e climatica non siano ingiuste. Nella nostra vita abbiamo già vissuto diverse crisi: quella finanziaria, poi il Covid e ora la guerra. Dobbiamo quindi garantire che la nostra economia e il nostro tessuto sociale siano sufficientemente resistenti per combattere le crisi in futuro. Speriamo di no, ma dobbiamo essere preparati ad affrontarle.

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