Le misure dell'Ue per affrontare la crisi energetica funzionano?

In collaborazione con The European Commission
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Di Bryan Carter
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Per sostenere l'economia europea dopo l'invasione dell'Ucraina la Commissione europea ha adottato il Quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato in caso di crisi. Ma per alcune aziende le misure adottate non sono sufficienti.

Gli alti prezzi dell'energia in Europa hanno alimentato un tasso di inflazione annuale dell'8,5% nell'area dell'euro. In Italia il costo della vita è aumentato ancora di più, del 10,9%. L'aumento dei prezzi danneggia i consumatori e le aziende, soprattutto quelle con consumi di energia elevati, che nel 2022 hanno dovuto sostenere spese per le bollette 3-4 volte superiori rispetto all'anno precedente.
Per sostenere l'economia europea dopo l'invasione dell'Ucraina, nel marzo del 2022 la Commissione europea ha adottato il Quadro di riferimento temporaneo per gli aiuti di Stato in caso di crisi. Consente agli Stati membri di concedere aiuti di importo limitato alle imprese colpite dalla guerra o dalle sanzioni, offrire sostegno alla liquidità e compensare gli alti costi per l'energia sostenuti. Bruxelles ha stanziato oltre 50 miliardi di euro di aiuti di Stato per l'Italia, compresi i crediti d'imposta.

"Questo meccanismo purtroppo non ha funzionato molto bene sul flusso di cassa a breve termine", dice Massimo Panagia, amministratore delegato del Gruppo Francia Latticini, un'azienda di latticini alla periferia di Roma. Questa sensazione è condivisa da Mauro Savoia, gestore di un'autofficina a conduzione familiare della capitale. Dopo aver visto raddoppiare le bollette in un anno, Savoia ha beneficiato di un credito d'imposta, ma sostiene che si dovrebbe fare di più per aiutare le piccole imprese. "Non c'è stato alcun tipo di aiuto finanziario - dice Savoia -. Ci aspettavamo almeno aiuti economici o sussidi a fondo perduto per aiutare le aziende a fine anno". 

La flessibilità sugli aiuti di Stato è solo una delle risposte dell'Europa alla crisi energetica. Sono tre i temi che hanno dominato la risposta europea alla crisi energetica.

  • Ridurre la domanda globale di energia;
  • Contribuire a ridurre i costi per i consumatori;
  • Elaborare dei piani per evitare di dipendere dal gas russo.

Il primo obiettivo ha ricevuto una spinta inaspettata dall'inverno relativamente mite di quest'anno. Ciò significa che la domanda non è così forte come avrebbe potuto essere con un inverno più freddo. Il tetto sui prezzi, le tasse e gli aiuti hanno contribuito al secondo obiettivo di ridurre i costi per i consumatori. Per quanto riguarda il terzo obiettivo, abbiamo assistito a una rapida crescita dei piani per la costruzione di nuovi terminali per gnl e gasdotti, di iniziative per accelerare i progetti di energia rinnovabile e degli sforzi per aumentare l'efficienza energetica.

L'ultima parte è importante perché Bruxelles deve rispettare l'impegno a lungo termine di essere neutrale dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050. 

Ripensare il sistema energetico europeo

La guerra in Ucraina ha evidenziato la necessità di ripensare le forniture, il consumo e la produzione di energia. Per saperne di più abbiamo parlato con Simone Tagliapietra, esperto di energia del centro studi Bruegel a Bruxelles.

"Negli ultimi mesi i prezzi dell'energia sono diminuiti sensibilmente in tutta Europa - dice Tagliapietra -. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, quindi, le famiglie vedranno ridursi le bollette energetiche. Ma queste bollette saranno ancora due o tre volte più alte rispetto al passato".

L'Europa ha messo in atto il quadro di crisi temporaneo per cercare di affrontare la crisi energetica. Sarà sufficiente o questa misura porterà, come alcuni suggeriscono, a una distorsione del mercato? "In tempi di crisi, una delle risposte tipiche dell'Europa è quella di allentare un po' le regole sugli aiuti di Stato - dice Tagliapietra -. Qual è il problema? Il problema è che quando si allentano e si annacquano le politiche di concorrenza in Europa - le regole sugli aiuti di Stato, per esempio - di solito chi ne beneficia di più sono i due Paesi più grandi, Germania e Francia: sono i Paesi, in particolare la Germania, che hanno lo spazio fiscale, il cosiddetto denaro da spendere per sovvenzionare le proprie aziende più degli altri. Nel 2022, quindi, ci troveremo in una situazione in cui l'80% degli aiuti di Stato sarà stanziato solo da Germania e Francia".

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Simone Tagliapietra, esperto di energia del centro di ricerca Bruegel a BruxellesEuronews

In Italia diverse aziende hanno beneficiato di crediti d'imposta in base alle norme sugli aiuti di Stato, ma sostengono che non sia stato fatto abbastanza. Cosa si può fare perché queste aziende ricevano l'aiuto di cui hanno bisogno? "C'è stato un mix di interventi, come il credito d'imposta, ma anche la riduzione dell'Iva - dice Tagliapietra -. Le aziende hanno visto le loro bollette energetiche aumentare di tre o addirittura quattro volte in un certo momento. Ma dobbiamo considerare che, senza l'intervento del governo, le bollette energetiche sarebbero aumentate molto di più.

Nel corso di questa crisi abbiamo visto che il mercato dell'elettricità è molto vulnerabile agli shock dei prezzi, e ora Bruxelles ha lanciato una consultazione per cercare di riformare il mercato dell'elettricità.  "Non dobbiamo pensare che questa sia la soluzione ai problemi della crisi energetica - dice Tagliapietra -. Il nostro problema è soprattutto uno: uno squilibrio tra la domanda e l'offerta di gas naturale, in particolare dopo l'invasione russa. Quindi l'unico modo per l'Europa di uscire da questa crisi nei prossimi mesi in modo sostenibile è quello di risolvere questo squilibrio, cosa che si fa riducendo la domanda e massimizzando l'offerta, le alternative. Il che significa costruire unità di stoccaggio e gassificazione galleggianti, come sta facendo la Germania. Significa firmare nuovi accordi per il gas con i fornitori di Gnl. Promuovere l'energia solare per eliminare il gas nella produzione di elettricità, promuovere la diffusione delle pompe di calore nelle nostre case per eliminare le caldaie a gas. Queste sono le uniche soluzioni strutturali alla crisi energetica in Europa".

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