Tutto quello che c'è da sapere sul certificato COVID digitale europeo

In collaborazione con The European Commission
Tutto quello che c'è da sapere sul certificato COVID digitale europeo
Diritti d'autore euronews
Diritti d'autore euronews
Di Claudio RosminoEuronews
Condividi questo articolo
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Le tecnologie digitali nell'ambito della salute: il certificato COVID digitale europeo apre la strada ad altri possibili sviluppi

Un piccolo codice QR ha riaperto le frontiere europee e ci ha permesso di tornare a viaggiare durante la pandemia.

Andiamo dietro le quinte del certificato COVID digitale europeo: scopriamo come è stato creato, come funziona e quali sono le sue potenzialità.

Tutto ruota attorno a un codice QR

Questi piccoli codici QR hanno accompagnato i nostri viaggi a partire dal secondo anno della pandemia. Costituiti da una serie di quadrati bianchi e neri, leggibili dai dispositivi digitali, sono il cuore del Certificato Digitale Covid, lanciato dall'Unione Europea lo scorso anno per aiutare i cittadini a viaggiare di nuovo attraverso le frontiere.

A livello globale, sono stati emessi oltre 1 miliardo e 800 milioni di certificati in formato digitale o cartaceo.

67 Paesi hanno aderito al sistema: 27 Stati membri dell'Unione europea, 3 dello Spazio economico europeo e 37 Paesi terzi.

Nella fase di creazione del certificato digitale, l'Organizzazione Mondiale della Sanità è stato uno dei partner dell'équipe di lavoro con gli esperti europei e internazionali.

L'obiettivo era quello di selezionare le specifiche tecniche da utilizzare per la registrazione dello stato vaccinale.

Tarik Jasarević, portavoce dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, spiega come si è arrivati al certificato COVID digitale europeo: "Presto, si è compresa la necessità di una registrazione e di un riconoscimento basati su standard interoperabili dello stato di vaccinazione contro il COVID 19, a fini nazionali e transfrontalieri. L'iniziativa europea del certificato COVID risponde a questa particolare esigenza".

Una rete che collega decine di Paesi

L'interoperabilità è una caratteristica fondamentale per costruire un sistema che colleghi decine di Paesi. Per renderla possibile, la Commissione ha creato un gateway digitale, collegando i sistemi informatici nazionali e condividendo i dati, che consentono di verificare le informazioni contenute nei codici QR.

L'infrastruttura funziona su un server del centro dati aziendale della Commissione, situato in Lussemburgo.

Il percorso del Certificato COVID digitale europeo

Il certificato COVID è entrato in vigore il 1° luglio 2021, per consentire la libera circolazione all'interno dell'Unione europea durante la pandemia.

Il codice QR contiene informazioni chiave come nome, data di nascita, data di rilascio, l'avvenuta vaccinazione o guarigione dal Covid, i risultati dei test effettuati.

I dati personali rimangono sul certificato e non vengono memorizzati a nessun livello.

La pandemia ha sicuramente dimostrato che l'accesso transfrontaliero ai dati sanitari è fondamentale per rispondere alle emergenze sanitarie. Il certificato Digital Covid, creato in soli tre mesi, è stato il risultato di uno sforzo collettivo e di un approccio pragmatico.

Konstantin Hyppönen, Responsabile delle politiche, DG Salute e sicurezza alimentare, ricostruisce il lavoro fatto: "Siamo riusciti a mantenere la complessità al minimo. È stato difficile inserire tutto ciò che era necessario in questo codice QR di dimensioni molto ridotte e garantire la sicurezza del sistema e la possibilità di verificare i contenuti senza ricorrere a servizi online. E questo è stato possibile grazie a un modo molto intelligente di inserire le informazioni, codificarle e firmarle digitalmente".

Lo Spazio europeo dei dati sanitari

Nei prossimi anni la potenzialità degli strumenti digitali per la salute sarà espressa dallo Spazio europeo dei dati sanitari. Questa iniziativa, presentata dalla Commissione europea nel maggio 2022, grazie allo scambio transfrontaliero di dati, sosterrà le politiche sanitarie nazionali, la ricerca e la qualità dell'assistenza sanitaria.

Stella Kyriakides Commissario UE per la salute e la sicurezza alimentare, sottolinea l'impatto delle tecnologie digitali al servizio del settore sanitario: "Questo è il potenziale delle tecnologie digitali nell'ambito della salute, che a mio avviso può davvero permetterci di rispondere a molte problematiche insieme. E queste sono tutte sfide che abbiamo affrontato quando abbiamo presentato il certificato digitale dell'Unione europea, che ha rappresentato un'ulteriore innovazione nel settore della salute digitale in Europa".

Soluzioni simili al Certificato Digitale Covid potranno essere implementate in futuro.

Secondo alcuni esperti del settore sanitario, il codice QR potrebbe essere utilizzato per informazioni su altre vaccinazioni, o anche per condividere diversi tipi di dati con gli operatori sanitari, attraverso uno smartphone.

Condividi questo articolo

Notizie correlate

Com'è la situazione del certificato digitale europeo a tre settimane dalla sua implementazione?

Certificato vaccinale, ma serve davvero?

Green Pass: cos'è e come funziona il certificato approvato oggi in Italia