Piccoli poveri crescono. La povertà infantile priorità della ripresa in Europa

In collaborazione con The European Commission
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Di Naomi LloydFanny Gauret
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Quasi un bambino su quattro in Europa vive in povertà, e questa era la cifra prima della pandemia. Ora la situazione sta peggiorando. La Garanzia europea per l'infanzia punta a mettere fine alla povertà infantile - se i governi l'adotteranno.

Quasi un bambino su quattro in Europa vive in povertà, e questa era la cifra prima della pandemia. Ora la situazione sta peggiorando. La Garanzia europea per l'infanzia punta a mettere fine alla povertà infantile - se i governi l'adotteranno.

La Garanzia europea per l'infanzia

18 milioni di bambini in Europa sono a rischio di povertà o esclusione sociale. Rispetto ai loro coetanei più agiati, hanno maggiori probabilità di avere scarsi risultati a scuola, difficoltà a trovare un lavoro dignitoso e soffrire di cattive condizioni di salute da adulti.

Per spezzare il ciclo, la Garanzia europea per l'infanzia chiede ai governi dell'Unione di garantire che ogni bambino a rischio di povertà abbia accesso a istruzione, assistenza alla prima infanzia e assistenza sanitaria di qualità - con un pasto scolastico sano al giorno e la possibilità di partecipare alle attività scolastiche, incluso lo sport - il tutto gratuitamente. E infine un alloggio decente.

La Garanzia mette in atto il Pilastro europeo dei diritti sociali che punta a far uscire dalla povertà almeno 5 milioni di bambini entro il 2030.

Ai paesi membri viene chiesto di aderire alla Garanzia e creare piani d'azione su come la implementeranno.

A Cipro Baby's Drowry per aiutare le famiglie più bisognose

Non poter fornire l'essenziale ai propri bambini è una situazione disperata. Fanny Gauret è andata a Cipro, dove il progetto Baby's Dowry, finanziato con fondi dell'Unione europea, sta aiutando i più bisognosi.

A Cipro, dove la crisi sanitaria ha avuto un pesante impatto sulla crescita economica, la strada verso lo sradicamento della povertà è ancora lunga. Secondo la Rete anti-povertà di Cipro ne soffre un bambino su tre. Un problema che Panayiota Christou, assistente sociale del progetto Baby's Dowry, conosce bene. La seguiamo per incontrare delle famiglie in difficoltà.

"Il programma Baby's Dowry è finanziato da Cipro e dal Fondo di aiuti europei agli indigenti - ci spiega -. Il programma aiuta le famiglie con bambini di meno di due anni di età che affrontano privazioni materiali e sono a rischio di povertà ed esclusione sociale"

Ci dirigiamo a Temvria, nei pressi di Nicosia. In questo villaggio vivono Mario, militare, e Koulla, ex lavoratrice part-time in una stazione di servizio. La loro già fragile situazione finanziaria si è ulteriormente aggravata con l'arrivo inatteso di tre gemelli. Oggi ricevono con sollievo del materiale dal pacchetto Baby's Dowry.

"Adesso abbiamo un lettino, una vaschetta per il bagno, un passeggino... - elenca Koulla - Ci semplificheranno la vita, sarà più facile per noi e per i nostri bambini, e per il futuro, perché grazie al progetto potremo risparmiare e usare questi soldi quando i bambini cresceranno".

Il progetto è un passo avanti nella soluzione di un problema sociale che resta difficile da valutare, dice Panayiota: "La povertà infantile resta nascosta, segreta, bisogna quindi sostenere di più le famiglie per migliorare le condizioni di vita dei bambini".

Con un budget di 3,6 milioni di euro, il progetto Baby's Dowry ha aiutato circa 2 mila famiglie come quella di Koulla e Mario. La loro rappresenta un caso eccezionale: fra i beneficiari, sono molte le madri single o le famiglie di rifugiati. Panayiota ci porta a Nicosia per incontrare una di queste.

Quando è arrivato a Cipro dalla Siria, Adel, che oggi fa il rider, ha avuto difficoltà a trovare lavoro. Per un po' lui, la moglie Heba e la loro prima bimba hanno vissuto in un appartamento insalubre. Poi, è arrivato l'aiuto di Baby's Dowry: "Il materiale che ho ricevuto mi ha davvero aiutato, quando non lavoravo non potevo comprare i pannolini per mia figlia", ricorda il giovane.

Una volta assicurate le esigenze di base della bambina, Adel è riuscito a risparmiare denaro e migliorare la sua situazione professionale. Oggi Adel e Heba vivono in un appartamento adeguato per una famiglia che nel frattempo è cresciuta.

Consentire ai bambini di accedere ai servizi essenziali per il loro sviluppo e il loro benessere è l'obiettivo della Garanzia europea per l'infanzia.

A Lisbona la ministra portoghese del lavoro, Ana Godinho, che è a favore della Garanzia, ci spiega: "Vogliamo garantire che ci sia un approccio integrato globale per rispondere alle diverse esigenze dei bambini, in termini di alloggio, istruzione, cura, salute, garantendo che ogni Stato membro abbia un piano nazionale, con un obiettivo concreto, e si impegni a trovare risposte specifiche per i bambini bisognosi nelle diverse aree. Solo in questo modo garantiremo pari opportunità a ogni bambino in Europa":

Una volta che la Garanzia sarà adottata dal Consiglio europeo, gli Stati membri dovranno preparare i loro piani d'azione con l'obiettivo di mettere fine alla povertà infantile.

"Per un futuro più inclusivo, prendiamo esempio dall'Irlanda"

Allora che cosa bisogna fare per porre fine alla povertà infantile a Cipro e in tutta Europa? Ne parliamo con Jana Hainsworth, segretaria generale di Eurochild, una rete di organizzazioni che lavorano con bambini vulnerabili in tutto il continente.

È un piacere averla con noi in Real Economy. Può darci un quadro generale sulla povertà infantile in Europa?

"Le uniche cifre che abbiamo risalgono a prima della pandemia, quando c'era quasi un bambino su quattro in situazione di povertà nell'Unione europea, il che è piuttosto drammatico in una regione così ricca".

La pandemia ovviamente ha esacerbato la situazione della povertà infantile. Quanto è grave in questo momento?

"I nostri membri stanno segnalando difficoltà significative in tutta Europa, con un notevole aumento nell'uso delle banche alimentari e famiglie che restano senza dimora. L'impatto sui bambini è piuttosto drammatico. I bambini stanno anche perdendo le loro reti sociali. L'impossibilità di andare a scuola ha avuto un forte impatto su di loro".

La campagna #CanWeBelieveInYou di Eurochild

Che cosa pensa della Garanzia europea per l'infanzia?

"La Garanzia europea per l'infanzia è un'iniziativa molto promettente, molto ambiziosa, e penso che abbia la giusta intenzione di dare la priorità all'investimento nei bambini. La sfida è che non rimanga solo sulla carta. Un buon esempio potrebbe essere l'Irlanda, dove hanno una strategia a lungo termine per combattere la povertà e l'esclusione sociale dei bambini. Hanno un obiettivo. È anche un paese che ha un ministero per l'infanzia. Nella fase di ripresa da questa profonda crisi dobbiamo pensare a una ripresa inclusiva, e se diamo la priorità ai bambini creeremo un futuro più sostenibile e più inclusivo".

La nostra troupe è stata autorizzata a filmare nel Parc de Sceaux per gentile concessione del Département des Hauts-de-Seine

Risorse addizionali per questo articolo • Cameraman: Pierre Holland, Jorne Van Damme (Bruxelles); Vincent Kelner (Parigi); Mathieu Rocher (Cipro); Samuel Andrês (Lisbona). Tecnico del suono: Michel Damblant (Parigi). Montaggio: Silvia Lizardo

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