Riforme strutturali: istruzioni per l'uso, i tempi e i modi

In collaborazione con The European Commission
Riforme strutturali: istruzioni per l'uso, i tempi e i modi
Di Oleksandra VakulinaGuillaume Desjardins
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È l'espressione alla moda nel gergo dell'Unione europea. Ma che cosa c'è dietro? E qual è il momento giusto e il contesto più adatto per avviarle? Scopritelo in quest'episodio di Real Economy

Che cosa vi viene in mente quando sentite parlare di riforme strutturali? Quest'espressione alla moda, che descrive un programma politico pragmatico lanciato in seguito a una crisi finanziaria o una crisi del debito, è controversa. È vero che queste riforme andrebbero avviate non solo in reazione a un'emergenza? In quest'episodio di Real Economy analizziamo le riforme strutturali e quale sia il momento giusto per implementarle.

Il corso accelerato: le riforme strutturali nell'Ue

Le riforme strutturali sono misure politiche volte a rafforzare la competitività, il potenziale di crescita e la capacità di adeguamento di un'economia. Le riforme strutturali tipiche si concentrano principalmente nei seguenti ambiti:

  • Il contesto imprenditoriale
  • Il mercato del lavoro
  • Le tasse

Ogni anno la Commissione effettua un'analisi dettagliata degli obiettivi di ogni paese in materia di bilancio e di riforme macroeconomiche e strutturali. Si tratta del semestre europeo. In seguito formula raccomandazioni specifiche per paese per i successivi 12-18 mesi.

E poi c'è il Programma di sostegno alle riforme strutturali (Srsp) il cui bilancio attuale è di 222,8 milioni di euro per il periodo 2017-2020. Nel 2019, quando si prevede che la crescita economica nell'Unione europea scenda all'1,5 per cento, il Srsp aiuterà 26 Stati membri a realizzare oltre 260 progetti.

Lettonia: la lotta alle disparità salariali

Le riforme strutturali non si fanno solo per stimolare la crescita. Possono anche contribuire a rendere questa crescita più inclusiva. La Lettonia è uno dei paesi la cui economia si sta avvicinando più rapidamente alla media europea.

Nonostante la crescita economica degli ultimi cinque anni, la Lettonia si trova di fronte a sfide importanti: la popolazione invecchia, l'emigrazione sta allontanando talenti dal paese, ma soprattutto le disparità salariali restano fra le più alte dell'Unione europea.

Problemi che hanno spinto il paese di recente ad avviare una serie di riforme strutturali, come per esempio nel settore dell'istruzione. Nelle scuole professionali gli studenti possono ora passare più tempo a imparare il loro futuro lavoro all'interno di un'azienda. Per Laura, che studia design alla Riga State Technical School, è "fantastico che ci siano diversi programmi a scuola, ed è fantastico poter fare pratica prima di iniziare a lavorare nel mondo reale".

Questa può essere la scommessa giusta per Laura, perché avere già un piede nel mondo dell'impresa può aiutare dopo a trovare un lavoro, ma anche ad avere uno stipendio migliore. Ad esempio, Janina Bluma, vece amministratrice delegata di Livonia Print, passa molto tempo in questa scuola, dove ha trovato più di un terzo di quelli che oggi sono suoi dipendenti. Spiega: "Noi facciamo parte del processo. Lavoriamo a strettissimo contatto con la direzione della scuola. Ci sosteniamo a vicenda. E le riforme strutturali che sono state applicate qui sono state discusse all'interno dell'associazione degli stampatori, qui e al ministero dell'istruzione".

Un altro modo di combattere le ineguaglianze è attraverso la redistribuzione e il sistema fiscale. Fino all'anno scorso la Lettonia applicava la flat tax, una sola aliquota per tutti, il che favorisce le famiglie a più alto reddito, mentre grava pesantemente su quelle più povere. Da allora le cose sono cambiate: è stato introdotto un sistema fiscale progressivo, che però è andato a scontrarsi con un'altra riforma, dice il professor Mihails Hazans dell'Iza: "Per aumentare le entrate nella sanità il governo ha deciso di aumentare il contributo alla sicurezza sociale. La decisione è stata comunicata come facente parte della riforma fiscale, ma per alcune famiglie ha significato un aumento delle tasse. Non è stata una buona pubblicità per la riforma fiscale".

Riforme strutturali: la chiave è la tempistica e la contestualizzazione

L'economia europea è al settimo anno consecutivo di crescita. Il ritmo di questa crescita è destinato però a rallentare quest'anno nella zona euro:

In che modo le riforme strutturali possono contribuire a stimolare la crescita? E come coordinarle per evitare la recessione?

Siamo andati nella sede dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, a Parigi, per parlarne con Laurence Boone, la capo economista dell'Ocse.

Signora Boone, le abbiamo chiesto di portare un oggetto per illustrare l'importanza delle riforme strutturali. Che cos'ha?

"Il mio bellissimo telefono cellulare, perché è l'esempio perfetto di come le politiche strutturali possano avere un impatto sulla nostra vita quotidiana. Ci sono oltre 100 operatori di telefonia mobile in Europa, negli Stati Uniti ce ne sono 6. E noi nell'Unione europea abbiamo prezzi molto più bassi rispetto agli Stati Uniti".

Per quest'anno si prevede un rallentamento della crescita in Europa. In questo contesto che importanza hanno le riforme strutturali e gli sforzi dei governi?

"Le riforme strutturali sono assolutamente fondamentali per garantire che ogni singolo decimale di crescita stimoli l'occupazione, la produttività e gli investimenti. Per esempio, per aumentare i posti di lavoro, bisogna fare in modo che il costo dei salari sia più basso, così le imprese vorranno assumere più gente. Bisogna anche migliorare l'incontro fra domanda e offerta, quindi con le riforme strutturali tutte le agenzie di collocamento devono puntare sull'istruzione, sulla formazione professionale, la formazione permanente, e a molti paesi questo manca".

Secondo lei perché il ritmo delle riforme strutturali avrebbe rallentato rispetto a qualche anno dopo la crisi?

"Penso che dobbiamo educare di più sulla tempistica e la concatenazione delle riforme. Le faccio un esempio: la Francia ha cercato di aumentare la tassa sul gasolio, il che danneggia molti cittadini a basso reddito che vivono fuori dalle aree urbane e hanno bisogno dell'auto. La maggior parte dei paesi, quando hanno avviato le stesse riforme per andare verso un'energia più pulita senza gasolio, allo stesso tempo hanno fatto una riforma dell'imposta sul reddito, in modo che le persone con un reddito basso non si sentissero colpite nel portafogli. Alcune riforme strutturali è meglio farle quando l'economia è in piena espansione, altre si possono fare quando l'economia sta rallentando. Un esempio di riforme strutturali da avviare quando l'economia è in crescita, è la riduzione dei sussidi di disoccupazione, in modo da incentivare i disoccupati a trovare lavoro più in fretta. Ma non lo si può fare in periodo di crisi".

Journalist • Selene Verri

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