Lituania verso l'adozione dell'euro tra paure e speranze

Lituania verso l'adozione dell'euro tra paure e speranze
Di Euronews
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Dopo anni di serie difficoltà, dal 2011 l’economia lituana è tornata a crescere. E le previsioni danno un Pil in salita anche nel prossimo anno

Dopo anni di serie difficoltà, dal 2011 l’economia lituana è tornata a crescere. E le previsioni danno un Pil in salita anche nel prossimo anno. L’inflazione resta sotto controllo, l’occupazione aumenta e il debito pubblico scende.

Lituania in pillole

Nel 14esimo secolo il Gran Ducato di Lituania, il più grande d’Europa, si estendeva fino a comprendere l’attuale Lituania, Ucraina, Bielorussia, parte della Polonia e della Russia.

Nel 1990 il Paese è la prima Repubblica Sovietica a dichiarare la propria indipendenza e e nel 2004 entra a far parte dell’Unione europea e della Nato.

Confina con la Polonia, Lettonia, Bielorussia e l’Oblast di Kaliningrad. L’84% della popolazione è di etnia lituana, il 6% polacca e il 5% russa.

Il Litas, la valuta lituana adottata nel 1922 a seguito della Prima Guerra Moniale, é stato reintrodotto nel 1993 dopo l’eliminazione del rublo. Ancorato dal 1994 al dollaro, il Litas è passato nel 2002 a essere ancorato all’euro.

A causa dell’altissima inflazione e della crisi economica interna, Paese viene negato nel 2007 l’accesso alla moneta unica.

Una volta verificata l’aderenza ai criteri di convergenza la Lituania potrà ora entrare nell’euro a partire dal 1 gennaio 2015.

In un Paese alle prese con una transizione di valuta, il livello dell’inflazione genera sempre qualche preoccupazione. La doppia indicazione dei prezzi, secondo gli standard ufficiali, permette alle persone di rendersi conto se i commercianti sono onesti o meno.

A destare qualche preoccupazione, però, sono i costi straordinari e i tassi di interesse, che dovrebbero scendere dopo l’adozione dell’euro. Nel medio termine l’occupazione dovrebbe migliorare, anche grazie alla transizione, ma nel lungo periodo sarà possibile soltanto grazie alle riforme strutturali.

La Lituania fa il conto alla rovescia dei giorni che mancano al primo gennaio, quando la moneta unica entrerà finalmente in vigore. Il Litas continuerà a circolare ancora per i primi 15 giorni dell’anno. Banche e uffici postali sono già in possesso della nuova valuta. Ai cittadini è possibile ritirare il kit contenente la nuova moneta.

Molti commercianti hanno firmato un memorandum con il quale si impegnano a non aumentare i prezzi una volta che l’euro sarà entrato in vigore. Il Governo di Vilnius ha già attivato i controlli sui prezzi di 40 prodotti di base e prevede di estendere il monitoraggio su altri 100 entro il mese di agosto.

I cittadini si dicono pronti per la sfida della nuova moneta.

“Credo che una moneta unica sia molto meglio di questo via vai di monete diverse e dei problemi che ne derivano” afferma un residente di VIlnius. Stessa opinione per una commessa della capitale, che spiega:“Ci saranno maggiori opportunità. Sarà ottimo per noi”.Non tutti sono ottimisti.“Sono in parte d’accordo con le preoccupazioni sulla nostra indipendenza“afferma una donna lituana “Il Litas era la nostra moneta, più vicino al nostro spirito”.

Esprimiamo timori e speranze sull’arrivo dell’euro a Vitas Vasiliauskas, Presidente della Banca Centrale Lituana, che spiega:“Stiamo per affrontare una nuova esperienza. L’aumento dei prezzi legato all’arrivo dell’euro è stato dello 0,1%. Un livello che ci aspettavamo, considerato che a livello di entrate gli aumenti saranno del 4 -5%2.

Ma per alcuni cittadini è anche la perdita della sovranità monetaria a creare qualche perplessità. “E’ dal 2002 che abbiamo un regime a tasso fisso per l’euro. Questo significa che da quel momento in poi non siamo stati indipendenti, ma di fatto avevamo l’euro” continua Vitas Vasiliauskas.
Ma come riuscire a convincere anche il più scettico dei cittadini?

“L’euro abolirà, il rischio di credito e i tassi di interesse scenderanno” spiega Vitas Vasiliauskas “Questo significa che ci saranno maggiori possibilità di sviluppo-

Euronews ha intervistato il Primo Ministro lituano Algirdas Butkevičius

Euronews
Cosa è cambiato nel Paese, per essere pronti all’euro? In passato abbiamo assistito alla fuga dei capitali e il livello d’inflazione era un problema. La strategia è davvero cambiata? E pensate di non aver problemi in futuro?

Algirdas Butkevičius
Dopo le crisi economica del 2009-2012 abbiamo adottato misure molto chiare sul controllo dei mercati finanziari e sulla riduzione del deficit. Abbiamo riformato il settore energetico e ridotto i prezzi delle risorse energetiche.

Euronews
Pensa che il suo Paese sia un po’ troppo dipendente dalla politica monetaria?

Algirdas Butkevičius
Certamente, e non soltanto della politica monetaria ….ma…per riassumere, per noi il vero problema è che durante i momenti più duri a livello economico molti hanno lasciato il Paese. Si è trattato di un’emigrazione imponente.

Euronews
Parliamo della questione degli stipendi e della riforma del mercato del lavoro che mirano a far rientrare i lituani nel Paese…

Algirdas Butkevičius
Gli stipendi lituani erano i più bassi di quelli europei. Iniziano a salire adesso, approssimativamente del 4-5%. Temo, però, che la produttività sia ancora un po’ lenta.

Euronews
C‘è il problema dell’invecchiamento della popolazione, che non può lavorare? Prevedete di cambiare il sistema dei sussidi?

Algirdas Butkevičius
La situazione demografica nel Paese è un problema. Il numero degli anziani cui va garantita una pensione aumenta di anno in anno, così come aumentano le difficoltà per chi non più giovane deve reinserirsi in un mercato del lavoro altamente qualificato. Si tratta di un tema che occupa una parte molto importante dei nostri piani per il futuro e delle riforme strutturali che abbiamo in mente.

Interrompiamo per un attimo la nostra conversazione con il Primo Ministro lituano per recarci in Polonia. Tra le 28 economie europee quella che sta registrando i migliori successi, ma che continua a riflettere sui costi e benefici dell’entrata nell’euro.

In Polonia cresce in questi mesi il dibattito sull’utilità o la pericolosità di entrare nell’euro. Per Monika per ora è meglio restarne fuori

Monikia Zochowska gestisce una start up di cosmetici a Varsavia. La sua azienda esporta prodotti in tutta Europa, e non soltanto. Spiega Euronews:“Al momento vediamo maggiori vantaggi nel tenere la nostra moneta, lo zloty polacco. Di produrre in zloty polacco e vendere in euro. Abbiamo minori costi di lavoro,se entrassimo nella zona euro il livello dei salari aumenterebbe. Siamo una compagnia in rapido sviluppo e tra non troppo potremmo anche essere pronti. Ma per le società che hanno appena iniziato, farà una grandissima differenza”.

Secondo i sondaggi 2/3 dei polacchi sono contrari all’adozione dell’euro.

La spiegazione è che l’economia interna è cresciuta moltissimo negli ultimi anni pur senza l’euro. La Polonia è stato l’unico Paese membro ad aver evitato la recessione seguita alla crisi finaziaria globale.

Non mancano sfide e problemi. Il Pil polacco è al di sotto della media dell’eurozona e il tasso di inflazione sotto lo zero.

Per la Banca Mondiale quando la Polonia entrerà finalmente nella zona euro i benefici saranno superiori ai costi.
“L’adozione dell’euro potrebbe aiutare la Polonia a veder aumentare il livello degli investimenti, perché crescerebbe la stabilità e anche l’assorbimento tecnologico” afferma a Euronews Marcin Piatkowski, economista della Banca Mondiale.

Il Paese ha già firmato un memorandum d’intesa nel quale si dice disposto a entrare nell’euro una volta pronto.

I cittadini, però, vogliono prima vedere la ripresa della zona euro. Mentre al Paese resta ancora molto da fare.

“I polacchi devono prima finire di fare i compiti a casa. Il Paese deve essere completamente flessibile e competitivo. Questa è la lezione che ci ha lasciato la crisi”. continua Marcin Piatkowski.

Oltre la crisi economica, gli analisti credono che a spingere Varsavia verso Bruxelles sarà soprattutto la geopolitica, in particolare il conflitto nella vicina Ucraina.

Riportiamo le nostre considerazioni sulla Polonia al Primo Ministro lituano.

Euronews
Primo Ministro, parliamo per un attimo della Polonia. Nel Paese si sta ancora dibattendo se entrare o meno nell’euro. Cosa rappresenta l’adozione dell’euro in termini di sicurezza economica?

Algirdas Butkevičius
Quando, all’inizio del 2013, abbiamo preso la decsione di aderire all’euro abbiamo accettato una grande sfida. Per noi Stati Baltici è importante avere una moneta unica, l’euro. Ed è importante anche perché il costo dei prestiti è calcolato nel bilancio nazionale tra le spese.
Prestare a un tasso di interesse più basso fa diminuire anche le spese dei servizi di prestito.

Euronews
Rispetto alle relazioni con la Russia avete bisogno di un cambiamento di strategia?

Algirdas Butkevičius
Se parliamo di sviluppo economico e delle relazioni economiche con la Russia, devo dire che al momento stiamo lavorando molto intensamente con i mercati dei Paesi dell’Europa occidentale alla ricerca di nuove relazioni commerciali con altri Paesi e anche alla ricerca di nuovi contratti. Le esportazioni verso la Russia, rappresentavano il 20% prima delle sanzioni. Molti uomini di affari hanno ora capito che il mercato russo è troppo rischioso.

Euronews
Qual è la vostra reazione a una futura reazione russa. Come controllerete l’inflazione e assicurerete l’energia ai cittadini?

Algirdas Butkevičius
Riguardo ai prezzi delle risorse energetiche va detto che il Governo ad esempio ha ridotto il prezzo del gas del 20% discutendone con Gazprom.
Questo significa che la Lituania importa già gas liquido. Al momento ad esempio dalla società norvegese Statoil. I fattori di rischio, molto alti all’inizio quando dipendevamo da Gazprom, sono oggi stati assorbiti dall’acquisto del gas altrove. Per quanto riguarda, invece, le nuove risorse energetiche, abbiamo in programma per il prossimo anno di portare a termine due importanti progetti per la connessione delle reti elettriche. Il primo con la Svezia e il secondo con la Polonia.

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