L'Unione Economica Eurasiatica alle porte. Identikit di un nuovo soggetto

L'Unione Economica Eurasiatica alle porte. Identikit di un nuovo soggetto
Di Euronews
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E’ all’ombra dei grattacieli di Astana che il 29 maggio i padroni di casa del Kazakhstan firmeranno con Russia e Bielorussia il trattato costitutivo dell’Unione Economica Eurasiatica.

Sul tavolo da vent’anni ed estremamente caro al presidente Putin, il progetto risveglia eco di sovietica memoria, mirando però a rimpiazzare i legami politici con un’associazione di natura economica.

Un concetto che – a pochi giorni dalla firma – Bielorussia e Kazakhstan hanno tenuto a ribadire al Forum economico di Astana. Unico obiettivo, dicono, è la ricerca di un mutuo beneficio sul piano anzitutto commerciale.

“Non si tratta di tornare riportare in auge l’ex Unione Sovietica – dice il vice-primo ministro del Kazakhstan, Baktytzhan Sagintaev -. Ciò a cui stiamo dando vita è un’unione di natura puramente economica, basata su principi del tutto pratici. Quanto inseguiamo è la crescita dell’economia e lo sviluppo degli affari. Vogliamo attrarre gli investitori e auspichiamo un incremento del nostro Prodotto Interno lordo”.

I germi risalgono alla partnership economica che la Russia aveva stretto ormai quasi 15 anni fa con Bielorussia, Kazakhstan e altri paesi dell’Asia centrale.

A far evolvere il progetto è poi stata la crisi economica, che ha portato all’avvicinamento di tre paesi, fra loro legati soprattutto dal gas.

E’ così che nel 2010 fra Mosca, Minsk e Astana diventa operativa un’unione doganale, mirata a rilanciare i reciproci scambi.

“Diverse grandi imprese hanno investito in Kazakhstan – dice il vice-presidente della Camera di commercio del Kazakhstan, Rakhim Oshakbaev -. Ad attirarle è proprio la possibilità di affacciarsi a un mercato dell’Unione Economica Eurasiatica, che interessa oltre 170 milioni di persone e vanta un PIL pari a 1.600 miliardi di euro. C‘è il gruppo sudcoreano Otto e ci sono industrie di componentistica per auto, ma anche marchi come Toyota, Ssang Yong e Iveco hanno impiantanto linee di produzione in Kazakhstan”.

Il fatto che anche il Partenariato Orientale dell’Unione Europea si rivolga alla Bielorussia non è visto che come ulteriore stimolo.

“Perché l’Unione Economica Eurasiatica funzioni deve apportare vantaggi alle aziende, ai commercianti e ai singoli investitori – dice Antonio Somma, alla guida del Programma eurasiatico per la competitività dell’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione in Europa -. Soltanto quando raggiungeremo questo traguardo il progetto si rivelerà davvero redditizio per il complesso dei suoi paesi membri”.

Difficile, tuttavia, prescindere dalle tensioni legate al mutato contesto geopolitico. Caduto, insieme al presidente Yanukovitch, il pilastro ucraino del progetto originario, l’Unione Economica Eurasiatica ha dovuto ridisegnare in corsa la sua formazione.

Cemento del progetto, secondo i partner, resta comunque l’imponente percentuale di scambi che avvicina Russia, Bielorussia e Kazakhstan. Quanto basta per far dire a Mosca che senza Kiev andrà tutto sommato anche meglio.

“Il progetto dell’Unione Economica Eurasiatica non sarebbe probabilmente nato senza l’Ucraina – dice Tatiana Valovaya, Ministro russo dell’integrazione e della macroeconomia della Commissione economica eurasiatica -. Non è tuttavia da escludere che una sua partecipazione potesse ostacolarne il funzionamento. In fin dei conti è quindi forse più un bene che un male, il fatto che l’Ucraina non sia più parte del progetto d’integrazione eurasiatica”.

Armenia e Uzbekistan hanno già manifestato il loro interesse. Con loro anche Tajikistan e Kyrgyzstan, a cui il pesante ritardo economico impedisce però di nutrire sogni, per il via ufficiale del 1° gennaio 2015.

“All’inizio del prossimo anno – conclude l’inviata di euronews Natalia Marshalkovich -, assisteremo quindi alla nascita di una nuova unione. La porta a ulteriori adesioni è aperta, ma qui al Forum di Astana c‘è già chi invita a procedere con cautela e a trarre spunto dall’esperienza dell’Unione Europea”.

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