I metodi di produzione attuali nell'agricoltura non sono a prova di futuro, sostengono i ricercatori. Di fronte a drammi ambientali come il declino della biodiversità e della qualità del suolo o i cambiamenti climatici, è necessario, dicono, un profondo cambio di paradigma.
I metodi di produzione attuali nell'agricoltura non sono a prova di futuro, sostengono i ricercatori. Di fronte a drammi ambientali come il declino della biodiversità e della qualità del suolo o i cambiamenti climatici, è necessario, dicono, un profondo cambio di paradigma.
Wijnand Sukkel, project manager della Fattoria del futuro, riassume così la situazione: "Perché l'agricoltura non è a prova di futuro? Perché la stiamo facendo con immense monocolture. Cinque, dieci, venti, cento ettari dello stesso prodotto. Ed è come con il Covid-19, che richiede il distanziamento: se metti tanti individui geneticamente identici vicini, le malattie si diffondono molto in fretta. Lo stesso avviene in agricoltura: abbiamo enormi superfici con la stessa coltura, allora dobbiamo proteggere queste colture con i pesticidi".
"E poi - continua - usiamo macchinari pesanti, e questi macchinari pesanti provocano la compattazione del sottosuolo. Con la compattazione del sottosuolo l'acqua non può filtrare, e quando c'è siccità penetra troppa poca acqua. Tutto avviene in uno strato di 25 centimetri, per cui anche la compattazione del suolo, la struttura del suolo è un problema con i metodi applicati oggi nell'agricoltura. In passato l'agronomia seguiva i progressi della tecnologia, ora abbiamo bisogno di una tecnologia che sia ispirata dall'ecologia".