Milano 30 anni dopo ricorda la strage di mafia di via Palestro

In città eventi e mostre sull'attentato che causò 5 morti
In città eventi e mostre sull'attentato che causò 5 morti
Di ANSA
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(ANSA) – MILANO, 27 LUG – Milano ha ricordato le cinque
vittime della strage di via Palestro nell’anniversario dei 30
anni dall’attentato mafioso in cui una bomba scoppiò davanti al
Padiglione di arte contemporanea nel centro della città. Milano ha organizzato un palinsesto di eventi in ricordo
dell’attentato, nel primo anniversario dopo la cattura del boss
Matteo Messina Denaro, che coinvolge tutta la città e oggi in
particolare proseguirà fino a sera, con un momento di silenzio
alle 23.14 ora dello scoppio della bomba, che sarà accompagnato
solo dal suono delle sirene dei mezzi schierati sul posto. Il sindaco Giuseppe Sala ha ricordato quanto fatto dal Comune
in questi anni per la lotta alla mafia, come l’istituzione della
commissione e del comitato per la Legalità, i vari protocolli.
“Iniziative che sono fondamentali perché non possiamo lasciare
al caso la lotta contro la mafia – ha spiegato -. Anche perché
nei prossimi anni Milano vivrà, e lo sta già facendo, una
stagione di grandi opere che potranno attirare gli interessi
mafiosi e dobbiamo fare ogni sforzo possibile per combattere la
criminalità”. Alle celebrazioni dei 30 anni dalla strage anche il
procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, che ha
ricordato come quella sulle stragi “è una memoria ancora dolente
e incompiuta, per quanto possa apparire chiara la traccia degli
scenari comuni a molti dei delitti che hanno insanguinato il
cammino dell’Italia repubblicana”. “Eppure la strage di via
Palestro non ha conosciuto, come altre stragi, il destino amaro
di altre drammatiche pagine della vita della Repubblica. Pochi
anni passarono per individuare e fare condannare molti degli
esecutori, organizzatori e mandanti di quella terribile campagna
stragista – ha concluso -. Un impegno proseguito anche a
distanza di molti anni. Non si è ripetuto lo stesso destino
gravato da depistaggi, silenzi e abusi toccati ai familiari
delle vittime di altre stragi, come quella di piazza Fontana a
Milano o di piazza della Loggia a Brescia”. (ANSA).

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