Figliuolo, aperti a includere anche altri Comuni delle Marche

Sette nel decreto emergenze, ma 160 hanno fatto richiesta
Sette nel decreto emergenze, ma 160 hanno fatto richiesta
Di ANSA
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(ANSA) – ANCONA, 19 LUG – “La fase di perimetrazione doveva
essere fatta un po’ prima, però c‘è sempre modo di rivedere
qualcosa se c‘è la necessità. In questo momento mi concentro su
ciò che è noto, ma siamo aperti a qualsiasi tipo di
ingrandimento dell’area del perimetro”. Lo ha affermato il
generale Figliuolo dopo un incontro in Regione Marche con il
presidente Acquaroli. Il commissario agli eventi alluvionali del
maggio scorso si è detto aperto a ragionare su ipotesi di
allargamento dell’area dei Comuni coinvolti dal disastro: “Ci
sono studi e interlocuzioni con la Protezione civile. Io sono
solo un gestore, vado nei Comuni riportati nel decreto”. Sono sette quelli finora inseriti nel decreto emergenza,
tutti in provincia di Pesaro Urbino: Fano, Gabicce Mare, Monte
Grimano Terme, Montelabbate, Pesaro, Sassocorvaro e Urbino, ma
le richieste arrivano da 160 Comuni marchigiani distribuiti
nelle province di Pesaro Urbino, Ancona, Macerata e Fermo.
“Abbiamo già inviato dalla struttura delle indicazioni per
quanto riguarda gli interventi di messa in sicurezza ritenuti
urgenti, poi si passerà a scrivere i piani speciali previsti dal
decreto, inserendo i territori delle Marche che sono stati
colpiti dagli eventi alluvionali” ha detto Figliuolo. In questo
lavoro saranno coinvolte anche Regione, Provincia e Comuni, ma
anche l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale
e le università. “Stiamo facendo delle convenzioni con il mondo accademico – ha spiegato il commissario – per avere scientificità di questi
piani, e sulla base dei quadri esigenziali che ci daranno i
territori, verranno fuori delle progettualità in un discorso di
prospettiva” che riguarda la messa in sicurezza, la rete viaria
e i recuperi urbanistici e architettonici. “Teniamo presente che
alcuni paradigmi stanno cambiando o sono cambiati e i dati delle
serie storiche potrebbero non essere più validi: per questo ci
affideremo ai dati della comunità scientifica” ha concluso.
(ANSA).

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