(ANSA) – MILANO, 03 LUG – “Alessia Pifferi non ha mai pianto.
Però si lamentava e a un certo punto mi ha chiesto: ‘adesso cosa
succede? Mi arrestano?’”. Lo ha raccontato in aula una vicina di
casa, entrata per prima nell’appartamento di via Parea a Milano
lo scorso 20 luglio, quando è stato trovato il corpo della
piccola Diana.
Rispondendo alle domande dei pm Francesco De Tommasi e
Rosaria Stagnaro nel processo a carico della 37enne per
l’omicidio volontario pluriaggravato della bimba morta di
stenti, la testimone ha ricostruito davanti alla Corte d’Assise
di Milano i dettagli di quel giorno. “Erano circa le 10.30 del
mattino, Alessia mi ha suonato al citofono molto agitata e mi ha
detto ‘venga, la bimba non respira’”.
All’arrivo del personale del 118 Pifferi “non mostrava segni
di sconforto – ha dichiarato in aula una degli operatori
intervenuti quella mattina -, non piangeva, continuava a dire
che era una brava madre e che voleva bene alla sua bambina.
Quando ha saputo che arrivava la polizia ha iniziato ad
agitarsi, diceva che non era una delinquente, che non aveva
colpe. Era così agitata – ha raccontato il teste – che il medico
ha detto di somministrarle qualche goccia di Valium”. (ANSA).
Bimba morta: vicina di casa, Alessia Pifferi non ha mai pianto

Donna teste in aula: 'mi ha chiesto se l'avrebbero arrestata'
Di ANSA
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