Procura Ascoli, party al Colle San Marco non era rave

Poche persone, niente pericolo per incolumità
Poche persone, niente pericolo per incolumità
Di ANSA

Per il party interrotto dalla polizia nella notte tra il 24 e
il 25 aprile in una cava a Colle San Marco (Ascoli Piceno) non è
configurabile il reato recentemente introdotto di “invasione di
terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o
l’incolumità pubblica (633 bis cp)” per l’ “assenza di un
concreto pericolo per la incolumità e salute pubblica”. A
rilevarlo è il procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno
Umberto Monti in una nota, in cui fa il punto sulle indagini. Il reato non è configurabile “considerato il ridotto numero
di partecipanti, il luogo aperto e in zona montana in cui si
svolgeva il raduno, l’assenza di elementi circa abusi nel
consumo di alcol o stupefacenti, l’assenza di ogni altro
elemento relativo a situazioni di pericolo per la pubblica
incolumità o salute, o relativo ad attività di cessione di
stupefacenti o ad altri reati”. Il magistrato ha disposto il
dissequestro delle attrezzature musicali e di un furgone
restituiti ai proprietari. La Procura di Ascoli Piceno comunque sta valutando la
possibile configurabilità dei reati di invasione di terreni,
art. 633 cp perseguibile a querela, che allo stato manca;
contravvenzione per mancato preavviso al questore della
manifestazione, art. 18 Tulps) o di violazioni amministrative,
per delineare le eventuali responsabilità in capo agli
organizzatori”. Nella nota la Procura ascolana ha tracciato un bilancio di
quanto avvenuto quella notte: “le persone partecipanti che
stavano ballando e ascoltando musica erano circa 50, di cui 20
identificate. Nessun elemento fa ritenere che fosse prevista o
attesa la partecipazione di ulteriori persone e tantomeno di
centinaia di persone. Non è stato sequestrato nessun
quantitativo di alcool; è stato sequestrato in via
amministrativa un quantitativo minimale e pressoché irrilevante
di sostanza stupefacente” aggiunge il procuratore Monti,
sottolineando che “non è stato riscontrato nessun abuso nella
consumazione di alcool o stupefacenti né alcuna attività di
cessione di stupefacenti”. (ANSA).

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